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UNTAMED

2 stagioni - 7 episodi vedi scheda serie

Serie TV Recensione

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La recensione su UNTAMED

di supadany
6 stelle

Il destino sa essere beffardo/caustico, fabbricando – di punto in bianco - degli scenari imprevedibili. Può mettere con le spalle al muro e togliere tutto, lasciando in una condizione di enorme sofferenza, così come può offrire occasioni inaspettate e sotto mentite spoglie, mettendo nuovamente e diversamente alla prova. Allo stesso modo, toglie affetti insostituibili e frantuma ogni cosa, ma può anche mandare qualcuno in grado di comprendere, di fare un passo in avanti, di applicare una scossa positiva, di non limitarsi a emanare uno sterile giudizio come tutti sono abituati a fare.

In Untamed, una miniserie composta da soli sei episodi (nemmeno troppo lunghi), un plot guidato da un caso di omicidio da risolvere, con annesse derivazioni/implicazioni multiple, condivide il palco con un potente/devastante dramma familiare (più uno secondario di appoggio). Tra un passato che torna a farsi vivo e cerchi da chiudere, orme da seguire e spine nel fianco, questa convivenza non produce un ventaglio di risultati uniformi, con alcuni fattori che lasciano un’incisione profonda, ma anche dei difetti piuttosto evidenti, che a lungo andare fanno sentire un’influenza avversa.

Quando il corpo di una ragazza precipita su una parete rocciosa all’interno del Parco Nazionale di Yosemite, farebbe comodo a tutti avallare l’ipotesi di un cruento suicidio, tuttavia Kyle Turner (Eric BanaMunich, Hulk), un tormentato agente del parco, nota dei particolari che non tornano e decide di aprire un’indagine.

Grazie all’aiuto della volonterosa Naya Vasquez (Lily SantiagoLa Brea), una ranger da poco trasferitasi da Los Angeles con il suo bambino di quattro anni, Kyle scopre delle tracce che si collegano a crimini rimasti insoluti, ad attività illecite svolte in gran segreto e a personaggi ambigui/misteriosi, come Shane Maguire (Wilson BethelDaredevil: Born again, Hart of Dixie), con cui è difficile/pericoloso averci a che fare, per quanto chiamarlo in causa possa rivelarsi utile.

Mentre le sofferenze psicologiche di Kyle riguardano da vicino anche Jill Bodwin (Rosemarie DeWittRachel sta per sposarsi, Men, women & children), la sua ex moglie, e solo il suo vecchio amico/collega Paul Souter (Sam NeillJurassic Park, Il seme della follia) gli fornisce un po’ di confortante sostegno, emergono dei dettagli che vanno ben oltre il caso in oggetto.

Nonostante i tanti problemi presenti e gli ostacoli individuati sul campo, Kyle è fermamente determinato ad andare avanti fino in fondo, assegnando una risposta definitiva a tutte le questioni rimaste in sospeso.

 

 

Eric Bana

UNTAMED (2025): Eric Bana

 

 

Creata da Mark L. Smith (Revenant, American Primeval) con l’aiuto di Ellie Smith, Untamed lascia intravedere un potenziale dal fascino visibile/stratificato, che però non viene convertito in dati di fatto concreti, un po’ per tempistiche sbrigative/accidentali e anelli di congiunzione trascurati/sfilacciati, un po’ in quanto svariati aspetti vengono trattati come periferici o risolti con scarsa convinzione.

Così, il contesto ambientale, caratterizzato da una natura selvaggia e da spazi da scoprire/ammirare/temere, non viene sviscerato/esaminato a tutto campo bensì riproposto seguendo metodi scolastici, regalando comunque in più casi un apprezzabile colpo d’occhio, lo stesso dicasi per i nativi americani e per una comunità d’individui che ha scelto di vivere fuori dal mondo, mentre il versante del giallo accusa dei bruschi contraccolpi, con una prima parte che procede a fuoco lento, dei colpi di scena sviluppati di malavoglia, come se si volesse tirare indietro sul più bello, e incastri campati per aria, tra personaggi che compaiono all’improvviso, espedienti di modesta plausibilità e coordinate accomodate senza affidarsi alla logica.

Viceversa, per quanto concerne il materiale umano risulta prontamente più compatto e d’impatto, con una cartella clinica corposa, tra un lutto impossibile da elaborare, una figura centrale (Kyle) che coniuga un dolore insostenibile/incurabile con un’inossidabile dedizione alla causa, una spalla (Jill) altrettanto ferita/sanguinante ma comprensiva/consolante e un rapporto tra i due che accende/spegne/modella il livello di sofferenza, tra forme di calore e di depressione tali da creare un fondamentale coinvolgimento. Anche il personaggio di Naya aggiunge una linea di condotta cosparsa di scaglie preziose che le permettono di guadagnare in simpatia, per quanto gli sceneggiatori abbiano impiegato più tempo a configurare il suo vitale/portante legame con Kyle anziché sfogliare/riempire la contingenza privata.

Congiuntamente, i principali interpreti rispondono positivamente e conferiscono un’idonea/fattuale personalità. Eric Bana regala una prova matura ed esce vittorioso da tutte le gradazioni richieste, Rosemarie DeWitt strappa il cuore mediante una rara/struggente delicatezza, mentre Lily Santiago aggiunge dei contrasti funzionali, piuttosto consueti come tipo di entità e comunque sia arricchenti.

 

 

Eric Bana

UNTAMED (2025): Eric Bana

 

 

Tirando le somme, Untamed è una miniserie dallo sviluppo contraddittorio/scostante, con dei punti d’indubbia forza (personaggi in grossa difficoltà a cui affezionarsi, interpreti a cui calzano a pennello gli abiti di scena, sentimenti assolutamente percepibili/comprensibili e altrettanto scardinanti), ma anche dei deficit lampanti (colpi di scena preparati ed eseguiti sistematicamente con pigrizia, troppo caos quando la linea del traguardo si avvicina, elementi interessanti lasciati in disparte a deperire), che ne limitano drasticamente la portata e una balistica che avrebbe necessitato di una maggiore e complessiva ponderazione/compiutezza.

Vulnerabile e sfaccettato, squilibrato e partecipativo, per un’occasione parzialmente mancata.

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