3 stagioni - 18 episodi vedi scheda serie
Nella lista delle serie TV sui serial killer nel 2013 si aggiunge questa The Fall, che vede il ritorno sulle scene di Gillian Anderson, la Dana Scully del mitico X-Files. E diciamo subito che questa non è una nota positiva. The Fall conta molti apprezzamenti sulle piattaforme di recensione e rating di film e serie TV, tuttavia personalmente non mi sento per nulla di condividere questo entusiasmo.
Chi si aspetta ritmo, colpi di scena, dialoghi intriganti farà bene a stare lontano da questa serie, poiché il tratto distintivo è un ritmo di una lentezza esasperante. Ogni cosa è lentissima, ogni scena, ogni movimento, ogni dialogo è di una lentezza assurda, dal primo minuto all'ultimo di ogni singolo episodio.
In questo contesto spicca, negativamente, la nostra ex Dana Scully, con un personaggio che, a essere gentili, si può definire sgradevole e antipatico a livelli insopportabili. Il personaggio è estremamente saccente, altezzoso, con un'aria di superiorità verso tutto e tutti. Non si tratta di criticare negativamente la caratterizzazione di un personaggio, è chiaramente una libertà espressiva dell'attrice che va oltre delle presunte indicazioni della regia.
Ma la cosa che proprio rende insopportabile sia la visione generale della serie che della suddetta è il tono di voce. Un tono di voce sempre - e leggasi sempre - bassissimo, sommesso, letteralmente annoiante senza eccezioni. Un tono di voce totalmente monocorde, che non si adatta minimamente a nessuna variante di luogo e situazione, apparendo - oltre che iperfastidioso - spessissimo anche completamente fuori luogo e inappropriato rispetto alla situazione.
Nella versione italiana questo aspetto è in gran parte (o completamente?) da inputare al (pessimo) doppiaggio di Claudia Catani, che sembra proprio mettercela tutta per rendere sgradevole e piatto il personaggio di Stella Gibson / Gillian Anderson.
Alla lunga il senso di sgradevolezza verso la poliziotta, che dovrebbe catturare l'appoggio dello spettatore, la rende talmente invisa che si arriva a preferire il killer. E non si tratta di un effetto voluto da una chissà quale magnifica regia, ma semplicemente il risultato di una pessima recitazione e caratterizzazione del personaggio.
Anche gli altri personaggi sono poca cosa, a cominciare dal capo di Stella Gibson, un John Lynch sempre attapirato e senza attributi, piatto quasi quanto la collega.
Per il resto vanno annotate anche diverse assurdità in diverse scene, soprattutto nella terza stagione, in cui sembra che si abbia quasi fretta di "mandare avanti" la storia (ed è tutto dire, vista la lentezza) con azioni e situazioni incongruenti e, ancora, inutili ripetizioni (tante) di scene e dialoghi che risultano totalmente superflui rispetto allo scorrere (...sempre lentissimo) degli eventi.
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