
Ebbene sì alla fine ci siamo andati. I proclami roboanti gli annunci di sfracelli glamour ante apertura provocavano un prurito intollerabile e gli anticorpi già deboli per ragioni che tutti già conosciamo sembravano mettersi di traverso a questo aggiungete una rete autostradale bombardata e il gioco è fatto. Potrebbe essere fatto. Ma chi ama il cinema non si ferma davanti a nulla non indietreggia nemmeno al cospetto di certe nomine che possono suonare fasulle semmai parte armi in spalla ovvero taccuino e lapis per affrontare il nuovo che avanza tra la scettitudine quasi generale. Ci siamo stati al Torino Film Festival 2024 dal 23 al 28 novembre e qualcosa se vi va vi possiamo raccontare. La città sembra un po' meno coinvolta del solito un po' più distratta da altre manifestazioni che da poco hanno lasciato il palco inoltre sono assenti le bellissime bandiere gli striscioni che soprattutto in via Po tenevano compagnia tutto il giorno disegnati da quel mago che corrisponde al nome di Ugo Nespolo mancano anche le locandine in tutte le attività commerciali o quantomeno scarseggiano ma questo può voler dire molto o nulla. I volontari sono vestiti di grigio molto più sobri si fa fatica a distinguerli ma sono sempre attenti e premurosi gentili e disponibili la macchina già oliata funziona a meraviglia. Il numero delle sale è stato ridotto resistono il Massimo e il Romano così il numero dei titoli a disposizioni ma questo va detto non va assolutamente a discapito della qualità di quanto selezionato semmai resta il rammarico del mancato coinvolgimento di alcune poltroncine in velluto che fanno tanto vintage e buon cinema di una volta.Sedici i lungometraggi in gara per il Concorso altrettanti per i Documentari mentre ventitrè sono per i Corti in totale cinquantaquattro opere per undici giurati più tre del Fipresci a condire il tutto altri quaranta film tra Fuori Concorso e Zibaldone con retrospettiva a chiudere con ventiquatro film che raccontano di Marlon e di noi tutti come nessun altro. Non male anche se numericamente si poteva fare di più tenendo conto che ben undici sono state Le Stelle della Mole su cui si è preferito investire su nove giorni di apertura del Festival insomma una buona media. Per l'appassionato di Cinema come il sottoscritto può suonare un po' falso meno soldi per la programmazione più investimento nel richiamo da prima pagina i nomi e le passerelle come ben sappiamo richiamano più curiosi che appassionati ma crediamo di scorgere in questa mossa del Direttore Artistico di dare una nuova veste al Tff meno autoriale e più pop che prende le distanze dalle profondità per planare più in superficie così da eccheggiare Venezia e prendere le misure ristrette a Cannes. Non sappiamo se nel lungo periodo questo tentativo pagherà certo nell'immediato il can can ha acceso certi riflettori su Torino ma abbiamo il timore che la crisi energivora premi il basso consumo che illumina sì ma dove c'è il buio. Ma insomma è andata bene la trasferta torinese? I film ci sono piaciuti molto c'è stata una buona selezione a fondo pezzo ne nomineremo alcuni su tutti le prenotazioni on line hanno funzionato come al solito e le conferenze stampa bene ma un po' meno frequentate del solito mi è parso di vedere. Il Direttore Artistico sempre presente alle conferenze stampa un po' per equità di importanza all'ospite ma un po' chissa? per mancanza di fiducia? l'arte del fidarsi è una pratica poco nota tra i Condottieri e dire che di validi collaboratori ne circolavano in molti tra i corridoi prima fra tutti l'imponente moglie che con solerzia non ha esitato ad intervenire in soccorso del Festival. E poi l'aperitivo serale in galleria non male per rileggersi tra gli esperti a suon di raviolini burro e salvia e pizzette tutto di buon gusto e abbondanza. A Torino i film rimangono al centro del campo anche se qualcuno gli passa meno la palla e prova a fare gol dalla puntata come si diceva una volta e il Festival complessivamente perde quel suo tono cinefilo per assumere un aspetto più pop fatto di lustrini e tappi di spumante ma questo non significa difetto è un cambio di regia che necessita di tempo per capirne l'efficacia. L'uomo è solo al comando anche se ha un Bartali biondo al suo fianco la Mole ha l'ascensore e il passo del Pordoi è lontano.
viva il cinema e viva il Torino Film Festival.
Lu Abusivo.
Segnalazioni visive da Premio :
1) L'Aguille (Tunisia)
2) Dissident (Ucraina)
3) Ponyboi (Usa)
Segnalazioni da Sala:
1) The Black Sea (Usa/Bulgaria)
2) Kasa Branca (Brasile)
3) Riff Raff (Usa)
4) Here's Yanni!
5) Il Corpo (Italia)
Segnalazioni personali:
1) Europa Centrale (Italia)
2) Norwegian Democrazy (Norvegia)
3) Un Natale in casa Croce (Italia)
4) Territory (Spagna).


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