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RIVISITAZIONI POST-INFANTILI #1 - LA SERIE DI HARRY POTTER
di ilcausticocinefilo ultimo aggiornamento
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RIVISITAZIONI POST-INFANTILI #1  -  LA SERIE DI HARRY POTTER

 

 

In vena di recuperi, mi sono "ripuppato" l'intera saga del mago con gli occhiali, dopo non averla più considerata dai tempi quando uscì l'ultimo atto e il sottoscritto aveva sugli 11 anni (ah, quei bei tempi spensierati della nostra vita...).

Rivista con occhio più allenato da quasi 15 anni aggiuntivi di cinefilia sfegatata, pur riconoscendone i difetti devo ammettere che parte del fastidio con cui la vedevo da giovanissimo era un poco ingiustificato, ma rimango convinto del fatto che, mentre i primi quattro film – tra alti e bassi non troppo bassi – in genere si mantengono, gli altri siano invece poco riusciti e, se già al tempo lasciavano alquanto a desiderare, non parrebbero esser neanche invecchiati benissimo.

 

Playlist film

Harry Potter e la pietra filosofale

  • Fantasy
  • USA
  • durata 152'

Titolo originale Harry Potter and the Philosopher's Stone

Regia di Chris Columbus

Con Emma Watson, Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Robbie Coltrane, Maggie Smith, Tom Felton

Harry Potter e la pietra filosofale

IN TV Sky Cinema Collection

canale 303 altre VISIONI

 

Non v’è certo bisogno di lunghe presentazioni. Questo film ha dato il là ad una delle saghe cinematografiche più celebri della storia del cinema, a partire da una delle saghe letterarie più di successo della storia della letteratura.

A parere di chi scrive, si tratta del più debole dei primi quattro film (questa scansione deriva dalla sensazione che, da lì in poi, la qualità si sia fatta ben più altalenante), forse proprio a causa della necessità di mettere le carte in tavola, predisporre lo scenario degli eventi a venire e presentarne i più importanti personaggi.

Soffre di un’eccessiva aderenza alla pagina scritta che – oltre a non offrire di conseguenza particolari sorprese a chi ce l’abbia presente – induce a protrarre in misura eccessiva la durata del film, prolungando anche sequenze non esattamente di pregnante necessità narrativa (sin dall’inizio, con le comiche peripezie della famiglia Dursley).

Il ritmo è, insomma, un poco discontinuo, per quanto in linea di massima il film non sia comunque da buttare: come fantasy per ragazzini funziona, senza scadere nella scemenza o nella “bambineria” d’accatto, la trama è abbastanza coinvolgente anche per gli over 10, gli attori ben assortiti, le musiche di Williams efficaci e orecchiabli (a seguito di quelli di Guerre stellari e Indiana Jones il compositore riesce a dar vita ad un altro tema memorabile).

Menzione d’onore poi per le suggestive scenografie di Stuart Craig e per gli effetti speciali e digitali che ancora resistono alla prova del tempo, dopo oltre vent’anni.

Se il piccolo protagonista può riuscire talvolta un poco irritante (insieme ad Hermione), praticamente tutti gli altri personaggi, di contorno o meno, a partire da Ron, proseguendo con l’omone Hagrid, passando per Albus Silente, per finire su Severus Piton invece convincono appieno e s’imprimono nella memoria.

Nel complesso, quindi, Harry Potter e la pietra filosofale si porta a casa il risultato, rivelandosi una buona trasposizione sullo schermo, pur in assenza di sequenze d’antologia come se ne possono annoverare nei film seguenti (ci si avvicina, forse, sottolineiamo forse, quella della partita a scacchi “in scala reale”). E pur in assenza di quell’atmosfera a metà tra il sognante e il sottilmente inquietante che invece si sarà in grado di creare già dal successivo capitolo, La camera dei segreti.

 

VERDETTO INAPPELLABILE: ★★★

 

 

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Harry Potter e la camera dei segreti

  • Fantasy
  • USA
  • durata 161'

Titolo originale Harry Potter and the Chamber of Secrets

Regia di Chris Columbus

Con Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Emma Watson, Richard Harris, Kenneth Branagh

Harry Potter e la camera dei segreti

IN TV Sky Cinema Collection

canale 303 altre VISIONI

 

2° passo della serie del maghetto occhialuto, Harry Potter e la camera dei segreti si dimostra un film nettamente superiore al precedessore: guadagna in intrigo, suspense e financo spettacolarità, ma soprattutto – pur rimanendo nel solco di una sorta di “ortodossa” aderenza “pantografica” all’opera letteraria – non conosce cadute di ritmo simili al 1°, cosa non del tutto scontata, considerata anche la durata quasi spropositata (ben 2 ore e 40).

La regia di puro servizio di Columbus a questo giro di volta, però, riesce a costruire un’atmosfera cupa e plumbea, non andando oltre i parametri di un film pur sempre per bambini ma neppure esagerando in eufemismi.

Inoltre, si porta a casa almeno un paio di sequenze memorabili (il volo “in auto” con tanto di annesso scontro frontale con il temibile “Platano Picchiatore”; e naturalmente la sequenza finale nelle segrete).

Gli effetti speciali convincono ancora, per la gran parte; le scenografie di Stuart Craig continuano ad affascinare e suggestionare; la colonna sonora a firma John Williams è ancora efficace seppur non innovativa.

Tutto, in sintesi – compresa, ca va sans dire, la recitazione – contribuisce al risultato, alla creazione di un’opera finalmente più articolata e, tra mille virgolette, “adulta”, che inizia a scavare nelle psicologie dei personaggi, inserendoli in un quadro al dunque più cupo, dalla tinte gotiche, interessante per quanto non originale (e al netto di quel paio di salti logici e di certi risvolti narrativi che si chiariranno appieno solo nei successivi capitoli).

Coinvolge, appassiona e impaurisce in special modo i più piccoli (in quest’ultimo caso, comunque, con moderazione): e proprio questo suo essere meno “bambinesco” e più inquietante rappresenta uno dei suoi indiscutibili punti di forza, mentre in nuce già indica la strada che prenderà la saga in tutti i successivi film, che si lasceranno definitivamente alle spalle le atmosfere giocose e fanciullesche degli inizi.

Poteva rivelarsi una cocente delusione, come talvolta capita coi seguiti, e invece – in modo particolare dalla prospettiva degli under 12 – invoglia piuttosto a proseguire nella visione della lunga serie e, magari, sperabilmente, poi ad esplorare oltre, arrivando infine ad un’età più consona ai classici del fantasy, dell’horror e del thriller.

Alcuni gli rimproverano, come in precedenza, l’eccessiva aderenza alla pagina scritta ma, come sottolineato, questo secondo Harry Potter non pare risentirne affatto.

 

VERDETTO INAPPELLABILE: ★★★★

 

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban

  • Fantasy
  • USA
  • durata 136'

Titolo originale Harry Potter and the Prisoner of Azkaban

Regia di Alfonso Cuarón

Con Emma Watson, Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Gary Oldman, Maggie Smith

Harry Potter e il prigioniero di Azkaban

IN TV Sky Cinema Collection

canale 303 altre VISIONI

 

La 3a avventura cinematografia dedicata al celeberrimo maghetto, inizia con un’esilarante (per quanto futile) sequenza a casa degli zii: di lì in poi, si cerca di far immergere gli spettatori in un clima più dark e cupo. I protagonisti crescono e con loro i dilemmi che si trovano costretti ad affrontare.

Il passaggio di regia (giunta nella mani di Cuaron) ben si accorda alle atmosfere vagamente angosciose perseguite sempre rimanendo comunque nel ben circoscritto recinto della produzione per ragazzini.

Detto questo, Il prigioniero di Azkaban, però, ci mette un po’ ad ingranare e nella prima oretta lascia spazio a qualche sbadiglio: le ormai consuete stramberie delle lezioni (ad esempio di “divinazione”) non divertono più di tanto e la trovata del bus “per maghi in difficoltà” rimane l’unica con qualche mordente fino a quando, nella seconda parte, finalmente il film si decide a partire, facendosi più avvincente.

In special modo dopo la comparsa di Sirius Black (un sempre ottimo Oldman) questo 3° episodio prende infine vita, mentre inizia ad approfondire il passato del protagonista.

Di lì in poi si fa effettivamente sempre più incalzante sino a sconfinare nei territori della fantascienza nell’ultima mezz’ora, di gran lunga la parte più riuscita dell’opera e (tenendo a mente la fascia di pubblico cui è rivolta) una di quelle più concettualmente ardite dell’intera saga (per quanto un tantino tirata per i capelli, dato che “guarda caso” Hermione sin dall’inizio dell’anno è in possesso proprio del gingillo utile a porre rimedio alla questione e “per pura fortuna” un certo Harry Potter riesce ad evocare un difficilissimo incantesimo).

Nonostante la sempre più cruciale compressione degli eventi nel passaggio sul grande schermo (data la mole crescente dei libri della Rowling), il film rimane abbastanza chiaro e comprensibile a tutti, pure ai “non iniziati”. Ma qualche incrinatura nella costruzione narrativa e un ritmo incostante inficiano in parte il risultato.

Per il resto, Il prigioniero di Azkaban rimane uno dei tre migliori film della serie, grazie in particolare all’occhio per i dettagli di Cuaron (inusuale per l’ipercinetica saga, vedi tra i tanti esempi il fiore che avvizzisce prima dell’arrivo dei “Dissennatori”) e ancora una volta alle suggestive ma al contempo minacciose scenografie di Stuart Craig.

 

VERDETTO INAPPELLABILE: ★★★ ½

 

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Harry Potter e il Calice di Fuoco

  • Fantasy
  • Gran Bretagna, USA
  • durata 157'

Titolo originale Harry Potter and the Goblet of Fire

Regia di Mike Newell

Con Daniel Radcliffe, Emma Watson, Rupert Grint, Timothy Spall, Miranda Richardson

Harry Potter e il Calice di Fuoco

IN TV Sky Cinema Collection

canale 303 altre VISIONI

 

Appuntamento n. 4 coll’occhialuto maghetto, diretto per la prima volta da un inglese, Newell, che segna il definitivo passaggio all’adolescenza – con annessi problemi – dei suoi protagonisti. Ciò, com’è naturale, comporta un radicale mutamento nelle psicologie dei personaggi, con un discreto quantitativo di tempo dedicato alle prime turbe sentimentali degli stessi (culminanti, pure metaforicamente, nella sequenza del “Ballo del Ceppo”). Nascono anche i primi dissapori tra i tre (in maniera un poco artificiosa) che ad ogni modo vengono presto ripianati.

Il calice di fuoco fonde a questa componente quella più evidente, e riuscita, dell’azione: a rendere il film tra i migliori della serie sono difatti, in particolare, le ottime sequenze ruotanti intorno al “Torneo Tremaghi”. Grazie – oltre alla regia movimentata di Newell – a degli eccezionali effetti digitali, s’affermano come alcuni dei momenti più convincenti dell’intera saga, facendo anche soprassedere sulla sottostante episodietà della faccenda.

A rimanere impressa (specialmente dato il target del film) è soprattutto la seconda sfida, con il suo carico emozionale che non sprofonda nel patetismo; ma del resto anche il finale faccia a faccia non delude e si spinge fin quasi oltre i confini del prodotto per ragazzi (per quanto rimanga assolutamente esagerato il divieto ai minori di 12-13 anni in Inghilterra e negli Stati Uniti).

Sulla scia de La camera dei segreti e Il prigioniero di Azkaban, vengono definitivamente abbandonante le atmosfere giocose degli esordi (tanto che si fa pure, per la prima volta, a meno del siparietto coi Dursley) in favore della costruzione di un clima ben più fosco e, talora, asfissiante, con un’opprimente senso di minaccia sempre ad aleggiare su tutto, compresi i momenti più distesi.

Il calice di fuoco è, dunque, un’opera al fine più matura e complessa (finanche dal punto di vista etico, si potrebbe dire), che evita sapientemente gran parte degli errori del diretto precedessore: come detto, si fa a meno di zii e cugino e inoltre le lezioni di magia sono ridotte all’osso, cosicché il film immerge sin da subito nell’azione, non perdendo quasi mai un colpo e sorvolando su divagazioni inutili, ma riuscendo comunque a non risultare eccessivamente affrettato o affettato, salvo in parte che nel delineare i tratti dei personaggi.

L’unica vistosa pecca è appunto quella di concedere sin troppo poco spazio ai coprotagonisti, relegati sullo sfondo: inevitabile, forse, data la necessaria compressione degli eventi dei sempre più voluminosi romanzi all’origine, tuttavia rimane il fatto che alcuni caratteri potevano essere approfonditi meglio (specialmente Cedric Diggory). In compenso, il film introduce uno dei personaggi più interessanti della serie: Alastor Moody, nuovo strambo professore di “Difesa contro le Arti Oscure”.

In sintesi, questo 4° capitolo si rivela forse addirittura il migliore di tutti, un film dal forte impatto visivo, coinvolgente e a tratti inquietante, che porta finalmente la saga al livello successivo, in vista degli sconvolgimenti a venire.

 

VERDETTO INAPPELLABILE: ★★★★

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Harry Potter e l'Ordine della Fenice

  • Fantasy
  • Gran Bretagna, USA
  • durata 138'

Titolo originale Harry Potter and the Order of the Phoenix

Regia di David Yates

Con Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Emma Watson, Ralph Fiennes, Gary Oldman

Harry Potter e l'Ordine della Fenice

IN TV Sky Cinema Collection

canale 303 altre VISIONI

Quinto capitolo, che dal più lungo volume della saga trae il film più corto (se si eccettua I doni della morte – Parte II). Sarà forse per questo, ma l’adattamento par alquanto affrettato e poco più di una sorta di macro-preambolo che lascia le vicende più interessanti ai film successivi.

Ci si focalizza eccessivamente sugli avvenimenti di Hogwarts sotto le spire dell’insopportabile inviata del ministero, Dolores Umbridge (gran prova della Staunton), e di sequenze particolarmente memorabili (specie se si opera il confronto con l’immediato precedessore) non v’è traccia fino all’ultima mezz’ora, quando almeno una breve scena, quella della rovinosa caduta degli scaffali con le sfere, riesce abbastanza affascinante.

Per il resto, si tratta di ordinaria amministrazione per la saga, senza particolari guizzi, anche e soprattutto di regia, passata a David Yates che non si può dire lasci propriamente il segno.

Abbastanza ridicolo, poi, che i protagonisti, raggiunta ormai la piena adolescenza, siano ancora pressoché asessuati, con l’eponimo maghetto che solo adesso, a quindici-sedici anni, si concede un peraltro pudico bacetto con la solita Cho che, a differenza dei romanzi, per tutto il quarto capitolo e buona parte di questo s’è limitato fondamentalmente a fissare con sguardo molto, ma molto rapito.

Vero, a far da contraltare, v’è il tentativo di render conto dei cambiamenti comportamentali (con ad esempio la necessità di tener a bada una certa aggressività nei maschietti) e delle difficoltà rispetto alle amicizie degli adolescenti. Ma, a parte che lo si era fatto già nel 4° episodio, non sempre benissimo, pure questi momenti di chiamiamolo approfondimento scivolano via in fretta senza appassionare chissà quanto o apportare alcunché di nuovo rispetto appunto al prima (efficace giusto la fulminea scena concernente il passato di Piton, atta a sfumare la distinzione tra “buoni” e “cattivi”, perché – come già ricordava nel 3° capitolo Silente ad Harry – in ciascuno albergano sia luce che oscurità).

Si ripresenta, in aggiunta, e in collegamento a quanto detto, il problema che affliggeva già vistosamente il precedente film, ovverosia che i personaggi di contorno, pur quando in sé curiosi (in special modo le new entry, come la “stralunata” Luna), a causa di evidenti costrizioni di tempo fanno quasi sempre da pura tappezzeria.

Inoltre, finanche scene che dovrebbero smuovere lo spettatore (segnatamente, la scomparsa di un certo personaggio cardine) vengono sovente risolte (e te pareva) troppo rapidamente, senza incidere.

Le scenografie – di nuovo da menzionare perlomeno la scena nella “sala delle profezie” del Ministero della Magia – comunque sono ancora ammalianti; gli effetti digitali efficaci e la recitazione spesso di livello (da notare, tra le nuove “leve”, almeno la sopraccitata Luna Lovegood di Evanna Lynch [perfetta] e la terribile Bellatrix Lestrange di Helena Bonham Carter).

Quindi, in definitiva, al netto di tutto, L’ordine della fenice si mantiene su un discreto livello, ma è un peccato che sia così altalenante e compia un sostanziale passo indietro in quanto a complessità emozionale, tenuta spettacolare e capacità di creare un reale clima di suspense rispetto al Calice di fuoco.

 

VERDETTO INAPPELLABILE: ★★★

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Harry Potter e il Principe Mezzosangue

  • Fantasy
  • Gran Bretagna, USA
  • durata 153'

Titolo originale Harry Potter and the Half-Blood Prince

Regia di David Yates

Con Daniel Radcliffe, Rupert Grint, Emma Watson, Helena Bonham Carter, Alan Rickman

Harry Potter e il Principe Mezzosangue

IN TV Sky Cinema Collection

canale 303 altre VISIONI

Si cominciano a tirare le fila, per così dire i nodi vengono al pettine, mentre l’occhialuto mago e compagni vari sono ormai prossimi all’età adulta. Ma, a questo giro, la ciambella non riesce col buco.

Questo Il principe mezzosangue si può dire persino peggiore de L’ordine della fenice, ed è davvero tutto dire. La suspense dei migliori episodi è qui azzerata, la storia procede a tentoni, senza in effetti avanzare o appassionare granché, in previsione dell’“apocalittico” scontro finale.

Un paradosso: quando si dovrebbe fare sempre più incalzante e avvincente, la trama pare piuttosto sfaldarsi e disperdersi in molti rivoli di ben scarso interesse (come le paturnie amorose ridotte a barzelletta, che forse sarebbe stato meglio “approfondire”, meglio e di più, nelle precedenti opere, per lasciare qui spazio al dispiegarsi delle vicende principali, rendendo il tutto più serrato).

Il protagonista viene, poi, reso persino più insopportabile del solito (e si continuerà su questa brutta china pure nel successivo I doni della morte), fa costantemente di testa sua e mette così, artificiosamente, in pericolo tutti gli altri.

Tutta la questione intorno al libro del “principe mezzosangue” è tirata troppo per le lunghe, per non parlare di quella riguardante Ron e la fidanzata.

Ed ecco che il film perde rapidamente di mordente. Solo una sequenza – in oltre due ore e mezza – si fa ricordare, chiaramente quella di Silente e Harry alla ricerca dell’“horcrux”, con l’evocazione della tempesta di fuoco.

Per il resto, s’affastellano buchi narrativi (due a caso: come diavolo dovrebbero fare a scovare gli “horcrux” se non hanno la più pallida idea di cosa potrebbero essere e nessuna traccia sul dove siano stati celati? Come diamine è possibile che, dopo il moscissimo sacrificio, gli infiltrati siano in grado di andarsene via senza esser fermati e senza quasi colpo ferire, e perché accidenti lo lasciano lì quando potrebbero facilmente rapirlo?) e persino il confronto finale (che poteva farsi realmente emozionante) si risolve in ben poca cosa (magari concentrandosi prima più su Piton che sulle romanticherie da strapazzo…).

Mentre il film esagera nel senso contrario rispetto ai precedenti due: qui diviene centrale il tema amoroso, ma ridotto ad una serie di scenette da filmetto per adolescenti di quarta fascia, con sbaciucchiamenti qua e là che mano Beautiful e poco altro, mancando di suscitare autentico sentimento e sprofondando invece nella leziosità appunto da telenovela.

Soltanto la parte citata con Silente per fortuna risolleva un attimo (ma giusto un attimo) il tono del film, altrimenti di una piattezza esasperante: difatti, di norma non riesce manco – nonostante la sempre più tenebrosa fotografia – a ricreare quel clima di sotterranea tensione e inquietudine proprio ad esempio de Il calice di fuoco.

Una gigantesca occasione persa di porre le basi per una conclusione all’altezza specialmente dei capitoli dal 2° al 4°. Non a caso pure l’epilogo (diviso in 2 tronconi per mere ragioni di bottega) non si schioderà mai dal livello al massimo discreto, chiudendo piuttosto ingloriosamente la saga fantasy più celebre degli ultimi cinquant’anni almeno.

 

VERDETTO INAPPELLABILE: ★★½

 

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Harry Potter e i doni della morte. Parte I

  • Fantasy
  • Gran Bretagna, USA
  • durata 146'

Titolo originale Harry Potter and the Deathly Hallows: Part I

Regia di David Yates

Con Emma Watson, Daniel Radcliffe, Helena Bonham Carter, Alan Rickman, Rupert Grint

Harry Potter e i doni della morte. Parte I

IN TV Sky Cinema Collection

canale 303 altre VISIONI

L’avventura giunge alla sua (mesta) conclusione. Ha inizio la sfida terminale tra le forze del Bene e quelle della Male, e bla bla bla. Si prosegue nel brutto andazzo del film appena precedente: tutto fluisce via lasciando abbastanza indifferenti, in assenza quasi completa di suspense.

Si perde tempo, ancora, dietro a vicende francamente non si capisce bene quanto utili ai fini della trama (del genere del matrimonio) oppure dietro alle scemenze compiute dal protagonista (che, ad un tratto, ha la bella pensata di immergersi in un lago ghiacciato senza avvertire nessuno: grande!).

Ci si forma presto l’idea che Yates non sia stato affatto una buona scelta per la cabina di regia, ma pure lo storico sceneggiatore, Kloves, sembra aver perso un tantino la mano, forse anche perché sotto pressione produttiva (in questo caso, al fine di spalmare in due film separati gli eventi, solo per fare più soldi).

Insomma, sia quel che sia, ma questi ultimi film della saga di Harry Potter non lasciano nulla in particolare e si dimenticano ben presto. E’ quasi più facile richiamare alla memoria l’intera trama dei primi capitoli che una qualunque scena degna d’esser ricordata di questi ultimi 4 filmetti.

Un peccato, senza dubbio, perché le premesse per fare di meglio c’erano tutte: ambientazioni intriganti, personaggi spesso riusciti, quel clima a metà tra l’ordinario e il fantastico, misto d’azione e thriller moderatamente dark.

L’insieme si sarebbe potuto condurre in porto con ben più salda maestria narrativa (ad esempio andando a fondo del tema dei labili confini che separano il bene dal male [vedi la vicenda Malfoy] ed evitando di scadere nel solito banalissimo scontro Bene assoluto vs. Male assoluto). E invece…

Nessuno pretende l’originalità (siam mica qui in cerca di chimere) ma sinceramente questi ultimi capitoli si sfaldano piuttosto di frequente, tanto da apparire più che altro di un’estrema inutilità (L’ordine della fenice rimane forse paradigmatico a questo proposito).

E il dittico finale ha ancor più le sembianze di una pura baracconata, in cui tutto si risolve a suon di bacchette magiche e incredibili e megagalattici colpi di c--- ehm, di fortuna.

La fotografia plumbea e tenebrosa (certe volte quasi non si vede un’acca nelle scene notturne) non riesce, va da sé, a sopperire alla mancanza di atmosfera; le scenografie di Craig rimangono pressappoco suggestive, ma di nuovo ciò non basta; mentre sulla regia anonima (dietro alla macchina da presa potrebbe esserci letteralmente qualunque mestierante di un qualunque, spesso penoso, blockbuster degli ultimi anni) è meglio stendere semplicemente un velo pietoso.

Il protagonista è sempre abbastanza indisponente, ma certi personaggi di contorno, per quanto spesso lasciati a vegetare, invece convincono: qui fa la sua ricomparsa perfino il Dobby del secondo episodio.

Harry Potter e i doni della morte – Parte I, però, in sintesi, si dimostra una fiacchissima introduzione al “grandioso” scontro conclusivo.

 

VERDETTO INAPPELLABILE: ★★½

 

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Harry Potter e i doni della morte. Parte II

  • Avventura
  • Gran Bretagna, USA
  • durata 130'

Titolo originale Harry Potter and the Deathly Hallows. Part 2

Regia di David Yates

Con Daniel Radcliffe, Ralph Fiennes, Emma Watson, Alan Rickman, Helena Bonham Carter

Harry Potter e i doni della morte. Parte II

IN TV Sky Cinema Collection

canale 303 altre VISIONI

Marginalmente migliore rispetto alla prima parte, rimane ciononostante un finale alquanto sottotono.

Parte discretamente (con la divertente sequenza alla camera blindata) ma in linea di massima gira e rigira in tondo, gravato dagli stessi identici difetti degli ultimi 4 film: ovverosia, di fare tanto fumo e poco arrosto; continuare a saettare di qua e di là ma mancando quasi comicamente di suscitare particolare emozione.

Il lungo scontro finale, tanto per dirne una, oltre a non essere chissà che memorabile, si fonda sul conveniente fatto che il terribilissimo Voldemort venga afflitto a tratti da rimbambimento (divenendo incapace di prevedere le più scontate evenienze oppure di notare, o “percepire”, la presenza del nostro mago occhialuto con relativi compagni di merende).

Non bastasse, almeno una rivelazione chiave avviene per puro caso (domanda: e se non fossero stati lì fuori, al capanno sul lago, in tempo per scambiare due parole col moribondo?). Altro che magia: è la botta di culo a governare il mondo.

Ad ogni modo, il professor Piton si riafferma quale secondo o terzo miglior personaggio dell’intera saga, della cui tormentatissima vita s’erano peraltro già resi noti fugaci sprazzi nel corso del 5° capitolo.

Il protagonista, per converso, si conferma pressoché insopportabile e uno dei più statici personaggi della storia: ormai non c’è neppure il minimo dubbio che possa, magari, cedere al “lato oscuro”, anzi, è ‘na specie di santo fatto e finito (e la sua presunta storia d’amore con Ginny continua a rimanere del tutto priva di reale approfondimento, quasi improvvisa e assolutamente asettica, tanto che parrebbe piuttosto probabile il nascere di un sentimento nei riguardi dell’amica di lunga data, Hermione).

Da notare poi la suprema futilità dell’epilogo alla stazione. Ma, ad esser onesti, è il meno: il vero dramma sono i buchi narrativi, i troppo convenienti deus ex machina (e non è certo la prima volta che capita nei vari episodi [in questo si potrebbe citare la stralunata Luna che se ne esce con un indizio fondamentale, così, perché ci va, a cazz, senza senso…]) nonché, ribadiamo, la quasi totale assenza di pathos.

Ahi ahi, a questo dunque si riduce tutta la “grande epopea”: a un paio di “bacchettate” in libertà e ad una vittoria finale derivante soltanto da un’incommensurabile, sfacciata, fortuna. Tant’è.

 

VERDETTO INAPPELLABILE: ★★★

 

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