Un film colorito e colorato del regista e sceneggiatore Georgi M. Unkovski che ci parla della sua terra con calore e comprensione anche quando mostra il conflitto tra tradizione e modernità evitando toni polemici e trattando i personaggi, anche i più rigidi, con rispetto.
Un film che non ha paura di muovere critiche alla società attuale e che la attacca senza troppi giri di parole. Questo è il tipo di film di cui il cinema ha bisogno e se ci fossero più Lanthimos in giro il mondo cinematografico sarebbe migliore
Scott Cooper racconta l’uomo dietro il mito: un artista ferito che ritrova sé stesso registrando in solitudine un album destinato a cambiare la musica americana.
Questo film sembra sottomesso, visivamente parlando, all’immaginario collettivo prodotto nel passato. Da un artista tanto estroso e originale mi sarei aspettato qualcosa di più che una fedele riproduzione dell’immaginario ottocentesco
A dare a Hen la dimensione della profondità è la scelta programmatica di mettere l'uomo e le sue nefandezze sempre in secondo piano, con un peso specifico che cresce nel corso del racconto fino a diventarne il fulcro nella sezione finale
Quentin Duplieux si fa assecondare dalla notevole interpretazione di Adèle Exarchopoulos, scattosa e fisiologicamente sopra le righe, per mettere alla berlina, sotto la forma di una commedia nerissima, il vuoto cosmico attorno a cui nascono e muoiono oggi gli influencer
WanderLust, non è una serie cicatrizzante, lenitiva. Però s'insedia insinuandosi sotto pelle e andando a titillare e grattare là dove la ferita - che si sta, più o meno, rimarginando - prude.
Sono tantissimi i nuovi film ma sono pochi quelli che hanno schermi abbastanza per incontrare il pubblico. Tra questi ce ne sono due che richiamano l'America di oggi e tre italiani. A voi la scelta.
Una regia moderna, imbevuta di social networks, fake news, manipolazioni mediatiche, complottismi e violenza, che è poi il mondo in cui tutti viviamo. Un racconto non perfetto ma di polso, dove il Cinema vince.
Non nuovo alle ambiguità dei suoi eroi mediocri, Guadagnino sembra in After The Hunt più trattenuto, meno spinto a scatenare il caos dei desideri e del potere ma la regia è infiammatissima e la tensione palpabile.
Un film di transizione che sa cosa non vuole più ma non ha ancora ben chiaro cosa dovrebbe essere, un film ambizioso e, in parte, spettacolare ma anche molto lontano dallo spirito visionario che aveva contraddistinto il film originale.
Una storia di affetti incrociati, un'ode alla solidarietà di incredibile delicatezza. L'attachement, diretto da Carine Tardieu e tratto dal romanzo "L'Intimité" di Alice Ferney, è un film bellissimo e poetico
Un road movie con tutte le carte in regola per piacere e farai apprezzare, forte anche di tre personaggi protagonisti che riescono a catturare lo sguardo e a mantenere l'attenzione.
Isabel Coixet rispetta il mondo che ha circondato, protetto e amato Michela Murgia e Roma diventa la vera co-protagonista di questa complessa storia d’amore in un film che ha tantissimi echi morettiani.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook, ma c'è un nick con lo stesso indirizzo email: abbiamo mandato un memo con i dati per fare login. Puoi collegare il tuo nick FilmTv.it col profilo Facebook dalla tua home page personale.
Non ci sono nick associati al tuo profilo Facebook? Vuoi registrarti ora? Ci vorranno pochi istanti. Ok