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Non sta bene rubare il tesoro

Regia di Mario Di Nardo vedi scheda film

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La recensione su Non sta bene rubare il tesoro

di mm40
2 stelle

Una ragazza, aspirante giornalista di successo, inventa uno scoop atto a far parlare di lei: c'è un vero e proprio tesoro nascosto in Cappadocia. Il primo problema è che alcuni avventurieri partono subito alla ricerca del malloppo. Il secondo è che quel tesoro effettivamente esiste davvero.

Se il nome Mario Di Nardo non vi dice granché, è tutto a posto: il regista di questa non celeberrima pellicola è alla prima e contemporaneamente anche alla ultima esperienza dietro la macchina da presa. Una meteora della regia, ma un discreto mestierante della sceneggiatura, bisogna aggiungere: il Nostro ha licenziato infatti una trentina di copioni tra gli anni Sessanta e i Novanta, sfornando principalmente spaghetti western e operine di modesto impatto, ma lavorando tra gli altri anche con Bolognini (Bubù, 1971), Tessari (I bastardi, 1968), Bava (5 bambole per la luna d'agosto, 1970). Non sorprende dunque trovare il nome di Di Nardo anche tra i crediti di scrittura di questo lavoro, sia per quanto riguarda il soggetto (con Victor Kohihaas e Serge De La Roche) che per la sceneggiatura (con Francesco Milizia). Non sta bene rubare il tesoro è una spigliata commediola che tenta di mescolare – sbagliando le dosi, si capisce fin da subito – azione, mistero, leggerezza; frutto di una coproduzione tra Italia, Germania Ovest e Francia, il film risulta confezionato in maniera approssimativa e per giunta non gode neppure della presenza di nomi di richiamo nel cast: gli interpreti centrali sono Marie-France Pisier, Larry Ward, Jan Hendriks, Ingeborg Schoener e Pasquale Nigro. Già più rilevanti i componenti del cast tecnico, a quanto pare comunque non troppo convinti del progetto: Renato Cinquini è il direttore della fotografia, Mario Montuori cura il montaggio e la colonna sonora è opera di Piero Umiliani. Qui lavorano tutti al di sotto dei loro standard, meglio rimarcarlo. Siamo nel 1967 e il cinema italiano è una macchina lanciata in corsa: c'è posto in sala anche per titoli come questo, di scarsi contenuti e dalla fattura mediocre. 2/10.

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