Regia di Roberto Mauri, Adelchi Bianchi vedi scheda film
Iniziato su un ballo di ragazzi e ragazze in costume da bagno in una caletta dell'Elba- ma potrebbe, come anche in altre scene, essere benissimo la Calafuria e il Romito di "Senza pietà" sempre con Kitzmiller, e "Il Sorpasso"-pezzo sincopato caraibico dall'inglese improbabile, cantato dal grande Fred Buscaglione, che è poi anche l'ufo di maggior interesse di questo psudo-noir dal finale moralista, in bianco e nero a bassissimo costo, realizzato da Adelchi Bianchi e Roberto Mauri nel 1958. Che grazie al cast ricco e nutrito di nomi di un certo richiamo anche internazionale dell'epoca, come una giovane Virna Lisi e il divo francese del cinema italiano Jacques Sernas, Sandra Milo, ovviamente John Kitzmiller il più famoso attore nero "per caso" del nostro cinema(che si doppia da sè con parlata americana), e Gabriele Tinti allora sugli scudi dei gusti femminili del pubblico italiano, trovò una distribuzione pure in Giappone, Germania e nei drive in provinciali degli Stati Uniti, come "Lost Souls".
Si fanno notare alcune scelte per l'epoca crude, come Nuccia Cardinale uccisa dopo 15'davanti alla cinepresa e mentre è a terra, con una sventagliata di mitra dal cattivissimo e stupratore evaso Kitzmiller (oggi sarebbe già impossibile, o almeno il personaggio sarebbe bianco, per non incorrerre nei soliti divieti dello "scorrettissimo"), e addirittura degli stupri non ovviamente mostrati, ma chiamati per il loro nome. I carabinieri allora come oggi, sono sempre i "nostri" che arrivano seppure tardi, ad arrestare o eliminare rendendoli inoffensivi, i "cattivi". Al netto di ingenuità e limiti espressivi dettati da una sceneggiatura di nomi come Massimo Franciosa ma datata, dal costo limitato e anche dall'epoca in cui venne realizzato, è un interessante tentativo di proto noir italiano, così come l'attore siciliano Mauri debuttando da regista si sarebbe poi e coraggiosamente, persino cimentato con la mafia, intitolandolo forse il primo nel cinema italiano a contenerlo nel titolo, ''I Mafiosi".
Buona e non potrebbe essere altrimenti, la fotografia in bianco e nero delle ambientazioni brulle e bruciate dal sole dell'isola, di un grande nome come Aldo Tonti.
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