Regia di Byron Haskin vedi scheda film
Appena scarcerato dopo 14 anni scontati dopo essersi consapevolmente sacrificato per salvare la società costituita con il pard Dink Turner, Frankie Madison ritrova il socio ormai ricco ed affermato nella gestione di un lussuoso night-club. L’idealismo di Frankie, che si aspetta di gestire il tutto al 50%, così come i profitti ed i beni già presenti nel locale, si scontra con il cinismo di Dink, il quale, affidando il compito al pavido Dave, anch’egli un tempo socio insieme agli altri due, ed ora volontariamente relegatosi ad un ruolo di pura contabilità, gli aveva fatto firmare di soppiatto dei documenti con i quali Frankie accettava di non poter avanzare alcuna istanza nei confronti di Dink, il quale infatti gli propone ora solo di restituirgli il 50% del valore del capitale presente nella società 14 anni prima, dunque un’inezia rispetto al business dell’attuale gestione. Il tentativo di Frankie di minacciare Dink con una pistola e con altri uomini non sortisce l’effetto sperato: un affranto Dave cerca di spiegare la struttura societaria che non permette assolutamente di poter liquidare una parte del valore così rilevante senza passare tramite un consiglio di amministrazione e senza intaccare altre società collegate al gruppo. Frankie dunque scoraggiato ma accanito viene brutalmente malmenato dagli uomini di Dink per essere definitivamente dissuaso dai suoi propositi. Dink però si trova di fronte ad un ulteriore problema: il pavido Dave, per una volta decide di schierarsi apertamente con Frankie in virtù dell’amicizia che già una volta aveva tradito seguendo le indicazioni di Dink, minacciando dunque quest’ultimo di poterlo ricattare essendo a conoscenza di tutta la contabilità parallela dietro alla gestione apparentemente trasparente del club. In questo contesto Dink avverte la sua fidanzata Kay che non intende sposarla, mirando invece ad una ragazza che potrà garantire successo tra la clientela di alto rango. Tale ammissione spinge Kay, disgustata ad allearsi prontamente con Frankie il quale nel frattempo è stato anche accusato dell’omicidio di Dave, in realtà perpetrato per ordine di Dink il quale temendo l’imminente emersione delle irregolarità del locale lo ha fatto uccidere facendo ricadere le colpe su Frankie. Quest’ultimo riuscirà rocambolescamente a mettere fuori gioco Dink, fargli firmare una confessione e quindi farlo arrestare, sebbene in un ultimo tentativo di vendicarsi di Frankie verrà freddato dalla polizia, permettendo quindi a Frankie e Kay di iniziare un percorso insieme.
Uno degli aspetti più interessanti del film è senz’altro l’esordio del duo Lancaster-Douglas che avrebbe sancito una collaborazione che sarebbe perdurata fino agli anni 80. L’affiatamento e contraposizione tra i due è già evidente, Douglas sembra un po’ anticipare quei personaggi acuti e quasi nevrotici o comunque controversi che avrebbero espresso al meglio il suo talento negli anni a venire, mentre Lancaster si cimenta in un ruolo più idealista e meno sfaccettato. La trama è appassionante e sebbene l’azione è rimandata alla sola ultima parte del film, il ritmo regge. Come in tanti film di Hollywood di quegli anni, le figure femminili appaiono un po’ appiccicate, così come le love stories che si sviluppano nel giro addirittura di 24 ore (come avviene in questa pellicola che è sostanzialmente ambientata in una sola giornata). Tra le sequenze direi che ne spiccano un paio: il pestaggio ai danni di Frankie nel vicolo, che avviene quasi a turno da parte degli uomini di Dink e soprattutto la sequenza in cui il contabile Dave cerca di spiegare all’indiavolato Frankie i meccanismi societari che tra holding, società di servizi ecc lo estromettono dal poter ricevere un qualunque indennizzo. Un aspetto che mi ha incuriosito: entrambi i protagonisti alla realizzazione del film erano poco più che 30enni (32 anni Douglas e 35 Lancaster), il fatto di inserire una parentesi di 14 anni tra la loro prima società e la vicenda a cui assistiamo presuppone che avessero già creato una società in età pressochè adolescenziale. Ma del resto anche questo è cinema, quindi nulla toglie che i loro personaggi fossero concepiti come più maturi. Interessante anche la figura di Dave, interpretata da Wendell Corey che, viene spiegato, una volta era in società paritetica con i due protagonisti, salvo poi ritirarsi in un ruolo puramente amministrativo in quanto privo di carattere e di coraggio, salvo riscattarsi e sostanzialmente sacrificarsi a causa della sua scelta.
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