Regia di Charles T. Kanganis vedi scheda film
Il secondo dei tre film della PM Entertainment interpretati da Traci Lords, dopo "Arrendersi o morire"(A Time to Die) (1991) — anch'esso scritto e diretto da Charles T. Kanganis — e prima di "Ice" (1994). Per gli standard produttivi della PM di Richard Pepin e Joseph Merhi, "Intent to Kill- Ultimo fine:uccidere" è quasi un vero "sculto nascosto". Nonostante avesse ricevuto una manciata di recensioni positive alla sua uscita originale, il film è caduto nel dimenticatoio negli anni, eclissato da titoli come "Giorni di fuoco"(Rage)(1995) e "Riot" (1997) con Gary Daniels, o "Cyber Tracker-I Replicanti" e "Quadrato di sangue"(Ring of Fire) con Don"The Dragon"Wilson . Il fatto è che, senza "Intent to Kill" , la maggior parte di queste "epiche" stravaganze non sarebbero nemmeno esistite – almeno non come le conosciamo noi. Scoppi, esplosioni in serie e proiettili a centinaia sono da sempre stati un punto fermo delle opere di Richard Pepin e Joseph Merhi fin dai tempi di "City Lights" , prima della PM, ma è "Intent to Kill" che ne ha codificato il loro approccio ormai brevettato alle carneficina. Il caos in scena – sparatorie assordanti, esplosioni da far tremare gli altoparlanti, risse da spezzare le ossa – è così glorioso, esuberante, che il film suscitò l'interesse della censura su entrambe le sponde dell'Atlantico. Negli Stati Uniti "Intent to Kill" fu il primo film ad essere etichettato come NC-17 per "violenza estrema" (piuttosto che per contenuto sessuale come era successo con i film precedenti gravati da tale classificazione), mentre in Gran Bretagna gli furono tolti diciassette secondi prima che la BBFC concedesse Il visto alla distribuzione, certificato per la visione ai maggiori di anni 18. Per la Lords, "Intent to Kill" offre un altro ruolo d'azione a nemmeno 5 anni dal suo ultimo porno. All'epoca, la Lords stava accumulando spazio sulle colonne dei giornali riciclandosi con le adolescenti fuggite di casa e per la difesa della sicurezza di giovani donne vulnerabili lei che fece milioni come prima accertata pornodiva minorenne, facendo poi finire dentro attori, registi e produttori del settore; le passioni altruistiche non si erano mai alcunchè riflesse nella sua comunque eccellente tecnica hardistica furiosa e aggressiva di quegli anni, che qui certo non si possono riflettere neppure nella sua caratterizzazione della diciamo più che improbabile superpoliziotta infiltrata, Vickie Stewart. Sebbene il fulcro del film riguardi i tentativi della tenace detective di catturare lo spacciatore colombiano Salvador (il meravigliosamente trucidissimo e cafonissimo Angelo Tiffe, che avrebbe di nuovo collaborato con Kanganis in "I Nuovi mini ninja"(3 Ninjas Kick Back) (1994) e "Dennis la minaccia 2: Dennis Strikes Again" (1998) ), la sua parte drammatica deriva dall'approccio spietato ai problemi (per lo più maschilisti) della sua vita: dal lasciare un fidanzato pottaiolo e gran trombatore(Scott Patterson, al suo debutto sullo schermo), agli atti di giustiziera che con freddezza commette, quando è la legge che glielo permette. In una sequenza un pò grevemente sottolineata di tutto questo, Stewart, dopo aver sentito un antipatico collega poliziotto (Sam "fratello di John" Travolta) interrogare una vittima di uno stupro di gruppo, e poi ovviamente picchiare a sangue successivamente gli aggressori della donna con un manganello. In un'altra, la Stewart brutalizza il diffidente proprietario di una fabbrica dopo aver scoperto la sua inclinazione a molestare le sue dipendenti, tutte al femminile. La scena si avvicina senza dubbio a una piuttosto volgarotta fantasia di vendetta femminista. Per fortuna, la Lords e il co-protagonista di nome il grande Yaphet Kotto (nel ruolo dell' irascibile ma al solito compassionevole capitano/mentore della Stewart – un'abile sovversione del cliché del "capo della polizia nero e arrabbiato" che aveva rovinato il simile ruolo di Richard Roundtree in "Arrendersi o morire"(A Time to Die), evitano in pieno l'esplotazione grazie a una certa misura delle loro interpretazioni. Inoltre, Kanganis si dimostra tanto interessato agli assunti morali posti dalla sua sceneggiatura quanto ai suoi elementi sensazionalistici. In effetti, per Kanganis, "Intent to Kill" è un "mezzo capolavoro" . Un classico di Pepin e Merhi dalla loro formazione fino alla metà degli anni '90 (tra i loro crediti: la scrittura di "Poliziotti a Los Angeles"(L. A. Heat)(1989) , "L. A. Vice" (1989) , "Midnight Warrior) (1989) e "Pugni di rabbia"(Fist of Honor" (1993) ; e la scrittura e regia di "Deadly Breed" (1989) , "Sinners" (1990) , "Chance- Terrore a Los Angeles" (1990) e "Giustizia all'inferno"(No Escape No Return) (1993) ), Kanganis non ha mai superato questo suo abbastanza coinvolgente ibrido tra azione/thriller/crimine.
D'impatto, elegante e incredibilmente curato nella fotografia e nella illuminotecnica, venne girato tra aprile e maggio 1992 e in parte finanziato attraverso il patto di lunga data della PM con la HBO e chi sennò, "Intent to Kill"
debuttò sulla loro rete il 4 febbraio 1993. Uscì negli Stati Uniti due mesi dopo e passò in programmazione sul canale gemello di HBO, Cinemax, entro la fine di quell'anno
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