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Mister Ignis

Regia di Luciano Manuzzi vedi scheda film

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La recensione su Mister Ignis

di mm40
3 stelle

Sul finire della seconda guerra mondiale la ditta di famiglia Borghi, di Varese, si trasforma in Ignis, azienda produttrice di elettrodomestici. Nonostante le iniziali difficoltà, sotto la guida di Giovanni Borghi la Ignis allarga il suo mercato passando dalle cucine elettriche a quelle a gas; gli stabilimenti cominciano a contare migliaia di operai e le vendite si diffondono in tutta Europa. Gravemente malato, a metà degli anni ’70 Giovanni Borghi fonde il suo marchio con quello olandese Philips.

 

La classica operazione celebrativa dai toni spassionatamente agiografici: questo Mister Ignis, l’operaio che fondò un impero è una fiction targata Rai che racconta l’epopea di una grande ditta italiana che ha dato lavoro a migliaia e migliaia di operai, innovando fortemente il suo settore di commercio. Dalle pionieristiche esperienze di Guido Borghi in quel di Varese negli anni Trenta del Novecento, fino a divenire una florida realtà nazionale nel campo degli elettrodomestici, complici sia la ripresa economica del secondo dopoguerra che la gestione illuminata dell’azienda da parte di Giovanni Borghi, figlio di Guido: questo film racconta tutto ciò e molto di più, fermandosi alla metà degli anni Settanta quando Giovanni prematuramente scompare e la Ignis è oramai controllata dalla rivale olandese Philips, a testimonianza della rilevanza ormai continentale della ditta. La sceneggiatura risulta firmata da Mauro Caporiccio, Renzo Martinelli ed Eleonora Martinelli, mentre la regia è di Luciano Manuzzi: nomi invero modestissimi che però hanno dalla loro parte una notevole esperienza nella confezione di prodotti(ni) televisivi di simile fattura. Forse per ottimizzare le spese si è pensato di suddividere la pellicola in due tranche della durata di cento minuti ciascuna: com’è ovvio così facendo il brodo si allunga e la visione viene conseguentemente turbata da una salva di sbadigli. Nel cast: Lorenzo Flaherty, Thomas Trabacchi, Piotr Adamczyk, Anna Valle, Massimo Dapporto e Federica Martinelli. 3/10.

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