Regia di Bill Cosby vedi scheda film
Bill Cosby in un monologo che parla di abuso di droga e di alcol, dentisti e gioie e dolori della paternità.
Nel 1983 Bill Cosby è un comico rinomato con una buona serie di successi, soprattutto televisivi, alle spalle; ma il più grande di tutti, quello che lo renderà una celebrità a livello mondiale, sta per arrivare: ed è la serie de I Robinson, che avrà inizio proprio l'anno successivo. Dopo aver visto questo spettacolo, tutto sembra avere un senso: a dispetto di una mezzoretta iniziale nella quale Cosby parla di droghe, alcol e dentisti, il fulcro del testo di questo monologo – e la parte più sostanziosa, visto che proseguirà per oltre un'ora a parlare soltanto di questo – sta nella paternità e nella vita di famiglia, con i figli. Già più maligno e azzardato è sostenere che il segmento iniziale di questo Himself, nel quale Cosby tratta con la massima nonchalance gli abusi dell'alcol e delle droghe, possa avere qualche attinenza con la sua futura condanna per stupro favorito dalla somministrazione di bevande drogate alle sue vittime; non si può far certo finta di niente, ma con ogni probabilità questo strano dettaglio ricade nel territorio delle coincidenze – e soprattutto è sempre e comunque fondamentale distinguere l'uomo e l'artista (discorso complesso, certo). Himself consta di un'ora e tre quarti di one man show assolutamente irresistibile, con un grande performer alle prese con una comicità forse oggi un po' datata, ma indubbiamente ben calibrata e interpretata con la giusta verve da un attore in piena forma. Sarà l'unica regia, peraltro, attribuita a Cosby nella sua intera carriera. 6/10.
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