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La teoria del tutto

Regia di James Marsh vedi scheda film

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La recensione su La teoria del tutto

di cinefilodoc
7 stelle

Quella di Stephen Hawking è una delle figure più iconiche del mondo, non solo per fisici, cosmologi e astrofisici, che inevitabilmente vengono a contatto con una personalità del genere, ma per tutti coloro affascinati da una storia a dir poco straordinaria, nel bene e nel male. Perché non farci un film? In realtà di opere dedicate alla sua persone ne sono già state fatte non poche in passato, ma questa volta è la Universal a prendere in mano il progetto, affidandolo al premio Oscar James Marsh. Egli ha realizzato una pellicola elegantissima, capace di giungere dritta dritta al cuore.
Se vi aspettate un film incentrato sulle memorabili gesta di Hawking e sulla sua titanica impresa scientifica di riuscire a spiegare l'origine dell' universo, la famosa "Teoria del tutto", allora probabilmente resterete delusi. O meglio, tutto questo c'è, ma fa da sfondo, perchè la vera protagonista, affascinante quanto la teoria stessa, è la sua vita. Nessun intreccio, sceneggiatura lineare nella narrazione e semplice nel contenuto, ma allo stesso tempo funzionale nei dialoghi e nella caratterizzazione. Il personaggio di Stephen Hawking è di una simpatia irresistibile, Eddie Redmayne è stato capace di far penetrare tutto: dolcezza, paura, sconforto, speranza e soprattutto, nonostante il progressivo decadimento fisico, a fare in modo che l'indole del suo personaggio non cambiasse. Redmayne ha interpretato lo stesso identico personaggio per tutto il film (ma va, direte voi). Ci tengo a sottolinearlo perchè una malattia del genere penso non ti uccida solo il corpo, ma ti annienti proprio come persona. La cosa straordinaria di Stephen Hawking è l'aver trovato il coraggio di rimanere se stesso, di riuscire a conservare la vitalità e la dolce simpatia che, oltre alle incredibili doti scientifiche, lo hanno reso un uomo cosi' apprezzato. Infatti, nella seconda parte del film difficilmente lo vediamo piangersi addosso. Molti hanno parlato di "film ruffiano", "interpretazione piglia-premi" ed è cosi', lo so benissimo, fatto sta che le perfomance di Eddie e Felicity mi hanno lasciato basito. Ruffiana o non ruffiana, se Redmayne avesse dato la migliore interpretazione dell'anno (uso ancora il congiuntivo al momento), meriterebbe l'Oscar, punto. Il giovane attore inglese può contare su una co-protagonista fantastica.
Felicity Jones è adorabile: dolce, fragile e determinata allo stesso tempo. La Teoria del tutto non è affatto un film originale (e pensare che c'è chi si aspettava una sceneggiatura alla Inception....), ma d'altronde "non conta ciò che racconti, ma come lo racconti". La forma è fondamentale, la forma è il cinema. Mettiamoci anche solo i due attori protagonisti, che da soli valgono il biglietto e avrebbero l'energia per reggere 10 ore consecutive di film , aggiungiamoci una colonna sonora che arriva dritta all'anima, opera di Jóhann Jóhannsson (compositore di lunga data recentemente datosi alle colonne sonore, fresco di Golden Globes e di candidatura all'Oscar), un montaggio ottimo, una fotografia efficacissima (alcune immagini sono illuminate davvero bene), sommate tutto e vedete che vi esce. Ve lo dico io: un film DELIZIOSO. Dalle righe precedenti sembrava stessi parlando del film del secolo, cosa che assolutamente non è, ma non si può negare che funzioni alla grande. 
Bisognerebbe smetterla di ricercare l'originalità e il capolavoro in ogni cosa ed aprire le frontiere. Lasciatevi emozionare, perchè se si parla di emozioni La Teoria del tutto sa senz'altro il fatto suo.

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