Regia di David Koepp vedi scheda film
Mortdecai (2015): Character poster Johnny Depp
Spenderò pochissime parole per parlare di Mortdecai, film davvero indifendibile e dal quale consiglio vivamente di rimanere lontano.
Io purtroppo non ci sono riuscito: mi sono lasciato tentare (e me ne dolgo) non tanto dagli altisonanti nomi che ne compongono il cast, quanto da quello del regista che ha alle sue spalle un passato abbastanza interessante come sceneggiatore (anche se un po’ discontinuo, per la verità), soprattutto nel segmento dei cosiddetti “blockbuster”(Cattive compagnie, La morte ti fa bella, Jurassic Park, Carlito’s Way,Mission: impossibile, Omicidio in diretta, Panic Room, Spider-Man, sono alcuni dei suoi fiori all’occhiello in tale veste) e che nella più rarefatta veste di “direttore” aveva dato almeno una piccola prova di interesse con la sua seconda opera (parlo dell’inquietante Echi mortali del 1999), per poi disperdersi sempre di più nelle banalità delle sue successive performance (fra le quali includo l’appena sufficiente Secret Window che lo aveva già fatto incontrare con Johnny Depp).
Non mi aspettavo ovviamente niente di eccezionale, ma almeno qualcosa di “divertente”, sufficiente per rendere piacevole una giornata “no”.
Mal me ne incolse invece perché qui non si salva niente e non è nemmeno godibile sotto il profilo dell’intrattenimento rilassante e spensierato, pur trattandosi di un’opera che almeno sulla carta avrebbe dovuto avere il compito di far per lo meno sorridere lo spettatore in sala.
Eppure ci è stato messo dentro tutto e di più. Nulla infatti ci è stato risparmiato, dai servizi segreti alla mafia internazionale, dal terrorismo alla detective story, che in teoria avrebbe dovuto rappresentare un materiale esplosivo sufficiente per rendere per lo meno “rutilante” il risultato avventuroso/ironico di una commedia “giallo/rosa” un po’ all’inglese (nello stile di Arsenico e vecchi merletti,tanto per rendere l’idea delle ambizioni).
E invece qui va tutto in vacca (parlo del film e del suo protagonista) come era già accaduto nell’inguardabile The Tourist di Florian Henckel von Donnersmarck. Anche qui infatti è proprio la formula narrativa a non funzionare (e di conseguenza è solo noia, ma di quelle davvero “mortali”).
Mortdecai (2015): Johnny Depp
I dialoghi sono da “denuncia”, lo stile è piatto e mal cadenzato, e c’è pure un Johnny Depp diventato definitivamente la caricatura di se stesso (che sia lui la vera palla al piede dell’intera operazione?), triste tramonto di un “divo” che in passato è stato spesso anche un buon attore, qui alle prese con un altro bizzarro personaggio un po’ dandy e un po’ svampito che risolve con le solite svogliate, insopportabili e scontate mossette ormai consunte ed artefatte, alle quali da troppo tempo ci ha abituato, fino a rendercele odiose e poco tollerabili. Deep si compiace di se stesso(ma solo lui sembra divertirsi) e ci offre una monotona, istrionica performance eccessivamente sovraesposta (sopra le righe) che riesce a strappare invero pochissimi striminziti sorrisi dentro a una sceneggiatura altrettanto imbarazzante (battute dimenticabili, situazioni risibili, ritmo frequentemente “sonnacchioso”).
Il ruolo a lui affidato è quello di Charlie Mortdecai, intenditore d’arte brillante nell’intuito, ma dai gusti spiccatamente kitsch , che opera nel giro del traffico delle opere d’arte rubate, grazie a una fitta rete di contatti.
Vive in una singolare, decadente magione che ha visto tempi migliori, insieme ad una moglie che spesso gli fa perdere la testa e a una specie di maggiordomo tuttofare che lo accompagna in ogni sua missione nel ruolo di imbattibile guardia del corpo.
Mortdecai (2015): Johnny Depp
La storia (nella sua sintesi un po’ banalotta), si concentra intorno a due eventi: da una parte il cambiamento di look del nostro protagonista che, in onore alla tradizione di famiglia, decide di farsi crescere un insolito, buffissimo paio di baffi (di quelli che si definiscono “a manubrio”) accolti però con orrore dalla moglie; dall’altra, la ricerca di un prezioso quadro di Goya che potrebbe salvare Mortdecai dalla montagna di debiti che ha accumulato.
Tutto qui.
Se di Depp, questa volta si è costretti a dire tutto il male possibile, non va poi molto meglio con gli altri blasonati nomi che gli fanno da contorno. Se è forse Paul Bettany (il maggiordomo tuttofare) quello che se la cava leggermente meglio (si fa per dire), stringe invece il cuore vedere Gwyneth Paltrow ( la moglie) e Ewan McGregor (l’agente dei servizi segreti da sempre innamorato della signora Mortdecai) trascinati in questo m….. beh evitiamo di diventare beceri e scurrili e utilizziamo un termine più confacente a un signore della mia età. Dico allora “bufera” (puo and bene?) non ha la stessa forza, ma credo che possa rendere ugualmente l’idea.
Insomma, come ha scritto Silvia Angrisani, meglio lasciar passare e aspettare di ritrovare gli attori (almeno loro) alla prossima (speriamo più propizia) occasione.
Mortdecai (2015): locandina
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Grazie a tutti per i graditi interventi
Concordo in tutto e per tutto, film davvero mediocre. Mi permetto di farle notare che si dice mal me ne incolse, non incorse (o era una licenza poetica?)
No nessuna licenza poetica solo un errore di battuta della tastiera
Sono perfettamente d'accordo! Mortdecai é terribile... Ne scriveró a breve anche io la recensione. Complimenti per le tue recensioni, sempre molto precise e affidabili. Diventeró anche io tuo seguace, e se ti va leggi qualcuna delle miei recensioni e commentale... Grazie
Grazie per il gradito l'intervento e i complimenti. Ti leggerò senz'altro (avevo già letto le tue recensioni su Bond (e concordo pienamente sui i tuoi giudizi a proposito delle opere di Dario Argento delle quali ti sei occupato. Mi è piaciuto soprattutto il bel pezzo che hai scritto su Minions (che avevo già utilitato) Grazie ancora e a risentirci presto (anche con qualche mio commento, stanne certo!
Anche se una ciambella non riesce col buco la puoi mangiare lo stesso, e magari ne puoi apprezzare il gusto o la particolarità. così è per questo film, un po' trash, un po' polpettone, un po' dandy: non un capolavoro, ma mi sono divertito comunque e in fondo, per converso, ho visto pontificare cose ben peggiori.
Troppo buono sei stato a dare due stelle...
...in effetti sono stato generoso , ma come vedi c'è stato anche chi si è se non proprio divertito, almeno accontentato
D'accordo su tutto, un prodotto evidentemente grezzo e fatto apposta per chi sa (sor)ridere (o accontentarsi) anche delle più trite o ripugnanti banalità (su tutte, la gag del formaggio puzzolente, che tra l'altro non era nemmeno la più brutta...).
Come sempre, analisi esaustiva e coerente! :-)
Grazie per il commento: un film davvero indifendibile.
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