Il metodico psichiatra londinese Hector, diviso fra un lavoro ormai sclerotizzato e una compagna iperprotettiva, è arrivato al punto di rottura. Un lungo viaggio attraverso Oriente, Africa e America gli servirà per scoprire che la felicità non è poi un sistema così complesso.
In molti conosciamo, per sentito dire o perché letto su libri o ascoltato nei film, quel celebre passo della Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti d'America in cui si parla espressamente di "Vita, Libertà e la ricerca della Felicità".
Tanto da arrivare a pensare che fosse tutta farina del sacco statunitense.
A torto.
In pochi, invece, sappiamo che la formulazione teorica del diritto alla felicità e la sua conseguente ricerca sono un'ideazione tutta nostra, essendo già state ampiamente formulate in quel periodo storico del pensiero denominato, poi, Illuminismo napoletano. Si prendano, ad esempio, le riflessioni di Giuseppe Palmieri, e i fitti carteggi fra il filosofo partenopeo Gaetano Filangieri e il bostoniano Benjamin Franklin, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, che permisero al nostro illuminismo di oltrepassare l'oceano e ispirare la Costituzione americana.
Giusto per dare qualche pillola di storia.
Questo bel film, toccante e ironico qb, si inserisce come ulteriore moderna riflessione sull'argomento, a qualche anno di distanza da La ricerca della felicità girato da Gabriele Muccino, durante la sua trasferta americana.
Sì, perché il personaggio di Simon Pegg, bravissimo fino alla commozione, si mette in cammino - quia viator - proprio per redigere una sua personale (ma anche universale) riflessione su che cosa sia, in definitiva, questa felicità di cui tutti si riempiono la bocca, spesso a sproposito. Accompagnato nell'impresa da un parterre di attori di tutto rispetto (Jean Reno, Stellan Skarsgard, Cristopher Plummer), Pegg abbandona il consueto personaggio del simpatico cialtrone, e si immerge con garbo ed empatia nel vastissimo - ed ingombrante - campo delle emozioni umane.
Forse sopravvalutiamo la forza del cinema, che è pur sempre - principalmente - un'esperienza estetica di cui godere, e da consumare, ma garantiamo che questo film si farà largo nel vostro spazio interiore, quello in cui è giusto che si sciolgano i nevai.
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