Regia di Frank Capra vedi scheda film
Tipico esempio del cinema di Capra: buoni sentimenti che prevalgono su istinti suicidi, notti di Natale innevate, e quell'ottimismo scacciapensieri per un'America stretta tra la Grande Depressione e la Seconda Guerra Mondiale
A cavallo tra commedia brillante e melodramma esistenziale, "Arriva John Doe" riassume in sè buona parte del modo di raccontare storie di Fran Capra: personaggi dominati dal rimorso, notti di Natale innevate, buoni sentimenti che prevalgono sugli istinti suicidi. Certo la melassa non manca, ma va contestualizzata in un'America che usciva dal buio della Grande Depressione per entrare nella notte del Secondo Conflitto Mondiale. Così John Doe, finto aspirante suicida creato dalla penna di una giornalista in cerca di scoop, diventa il feticcio di una ipotetica rivolta sociale di chi si sente ultimo tra gli ultimi, salvo essere poi sfruttato a fini elettorali da uno spregiudicato editore in cerca di un posto al sole nella politica americana. Si ride e ci si intristisce al tempo stesso, come in buona parte delle pellicole di Capra, per un film comunque gradevole e, a suo modo, edificante.
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