Il film inizia con la nascita di Gesù, nel quadro di una situazione particolarmente travagliata a causa della spietata dominazione romana sul territorio di Giudea. La vita di Cristo viene poi narrata secondo le tappe consuete dalla strage degli innocenti da parte di Erode, al lavoro di Gesù come falegname, dalle tentazioni, alla predicazione fino alla crocefissione e alla resurrezione. Un kolossal religioso, tra spettacolo hollywoodiano e ricostruzione storica fantasiosa. Ray accentua la lettura "politica" della vicenda soprattutto nelle figure di Barabba e di Giuda, visti come ribelli al potere della dominazione di Roma.
Nel suo genere è senz'altro un bel film peccato lo diano su rete4 dove ogni film si trasforma in ore e ore di pubblicitá con -ogni tanto- inserti filmici.
..mah, questo film mi ha lasciato molto perplesso, alla fine mi "risulta" una vera "americanata" sul tema "cristiano". Tutto il contrario di tutto....non ci siamo !....voto 1
Il film è interessante e ben interpretato, alcuni momenti emanano solennità pura. Resto abbastanza sorpreso in negativo dal ruolo quasi di prim'ordine dato a Barabba e dal voler raffigurare Ponzio Pilato quasi l'unico vero carnefice. Il discorso della montagna momento apice, tuttavia anche molti momenti a basso ritmo. 7-
Figurativamente il film di Nicholas Ray è un santino, tanto è vero che il protagonista Jeffrey Hunter fu scelto tra molti candidati proprio per la somiglianza fisica con l'immagine di Gesù tramandata dalla tradizione iconografica cristiana. Sul piano del contenuto, però, quella di Ray è una delle letture più politiche (almeno prima di Pasolini) date delle vicende narrate nei Vangeli. In… leggi tutto
La consuetudine (tipica del romanzo storico) di imbastire trame inventate ispirandosi a fatti realmente accaduti può portare a risultati sorprendenti. Nei peggiori dei casi si tratta di feuilleton, baracconi o polpettoni in salsa hollywoodiana. Non è però il caso di questa pregevole ricostruzione, che presenta un Gesù Cristo alternativo alla tradizione più abituale. Il Messia appare come… leggi tutto
Il re dei re (1961): un kolossal figlio del suo tempo, tra poesia e devozione
Il re dei re è uno di quei film che, nonostante il peso degli anni, mantiene intatta una certa magia. Un kolossal del 1961 che ha segnato intere generazioni, me compreso. Cresciuto negli anni Ottanta, l’ho visto decine di volte in televisione, durante le festività, e ogni volta ha…
Non sono un grandissimo frequentatore di chiese, ma oltre ad essere il figlio di Dio, Gesù è anche figlio del cinema. Dopotutto l'opinione che abbiamo di lui ce la siamo fatta grazie ai film, e non…
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Commenti (6) vedi tutti
Il re dei re: un kolossal figlio del suo tempo, tra poesia e devozione
leggi la recensione completa di orsoteneroneLento e lungo ma rimane un classico..meglio vederlo in home video che in TV...si evitano pubblicità.
commento di ezioNel suo genere è senz'altro un bel film peccato lo diano su rete4 dove ogni film si trasforma in ore e ore di pubblicitá con -ogni tanto- inserti filmici.
commento di Tortellaüberalles..mah, questo film mi ha lasciato molto perplesso, alla fine mi "risulta" una vera "americanata" sul tema "cristiano". Tutto il contrario di tutto....non ci siamo !....voto 1
commento di ivcaviccIl film è interessante e ben interpretato, alcuni momenti emanano solennità pura. Resto abbastanza sorpreso in negativo dal ruolo quasi di prim'ordine dato a Barabba e dal voler raffigurare Ponzio Pilato quasi l'unico vero carnefice. Il discorso della montagna momento apice, tuttavia anche molti momenti a basso ritmo. 7-
commento di near87Voto 7
commento di Nobre