La recensione su Quando la moglie è in vacanza

di alan smithee

8 stelle

AL CINEMA

"Si, capisco... nessun uomo è un'isola"

Che spasso Billy Wilder!

Che senso del ritmo!

Che capacità di divertire e descrivere attitudini e tendenze sociali che hanno caratterizzato un'epoca d'oro della civiltà e dell'economia.

Se ad un esilarante incipit divagante ma appropriato preme farci comprendere come la tendenza di mandare moglie e figli a trascorrere una afosa estate in zone più temperate o bagnate dal mare fosse usanza tipica già seicento anni orsono presso le tribù di nativi che occupavano la primordiale isola di Manhattan, poco dopo la vicenda si sposta a seguire il tipico impiegato medio, Richard Sherman, occupato in una tipografia cittadina, mentre accompagna moglie e figlioletto al treno per raggiungere una località montana e togliersi dall'afa della vita in città dei mesi estivi.

I propositi dell'uomo, convinto padre di famiglia e uomo fedele e di buone intenzioni, sono quelli di trascorrere una estate tra lavoro e una insolita piacevole solitudine casalinga, fuori dal caos della vitalità del giovane pargolo messo al mondo e subito viziato, cercando di smettere definitivamente di fumare, forse unica dipendenza che gli è sopravvissuta dopo il matrimonio.

A mettere in serio pericolo i saggi propositi del tipico oculato e saggio padre di famiglia, ci penserà la avvenente attricetta di spot a cui i vicini del piano superiore hanno affittato il loro appartamento per l'estate.

Da qui tutta una serie di gags irresistibili, che si consumano allorquando l'uomo invita la donna a bere un drink dopo che lei lo ha quasi inavvertitamente ammazzato gettandogli dal piano superiore per distrazione un vaso di pomodori sul terrazzo.

"-Questa la chiamano musica classica, vero?

- Sì.

- L'ho capito perché non canta nessuno."

A seguito dell'invito, ogni collaudata reticenza verso tentazioni fedigrafe da parte del classico "medio man" americano per bene, verranno messe seriamente alla prova.

Diretto con brillante mano da un magnifico Billy Wilder, che cura anche la spumeggiante sceneggiatura assieme a George Axelrod, prendendo spunto dalla pièce teatrale The seven year itch dello stesso Axelrod, Quando la moglie è in vacanza sorprende per come Wilder riesce a riempire i tempi morti con gags irresistibili, come gli incontri galanti di cui il protagonista favoleggia fantasmagoriche avventure con le sue pseudo amanti/segretarie e il fantasma della moglie lo deride, incredula e scettica.

O quando Wilder dà vita ad una sorta di parodia della scena cult di Da quiall'eternità di Fred Zinneman, di poco precedente a questo film.

Non manca una scena cult degna degli annali del cinema, come quella dell'aria fresca che solletica le gambe affusolate di Marilyn accaldata e desiderosa di "fresche sensazioni" (scena ripresa ed omaggiata trent'anni dopo da Gene Wilder nel non meno celebre La signora in rosso, con Kelly Lebrock al posto della diva).

E se lo smilzo Tom Ewell è perfetto nel ruolo dell'americano medio che si vanta di una fama da conquistatore degna di Gregory Peck, la vera bomba del film è ovviamente Marilyn Monroe, che qui dà vita ad una delle sue migliori prestazioni da attrice, ove avvenenza e tenerezza si alternano vicendevolmente, lasciando spazio a schetch irresistibili come quello del dito incastrato nella vasca da bagno. "Che vergogna quando è arrivato l'idraulico... io ero lì nella vasca tutta nuda e non avevo nemmeno lo smalto sulle unghie!"

Quando la moglie è in vacanza è una commedia spumeggiante di ritmo, godibile e divertente che suscita risate a scena aperta e si fa forza di gags esilaranti che Wilder riesce a distribuire lungo la vicenda in modo magistrale.

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