Regia di Francis Lawrence vedi scheda film
In un futuro remoto, un popolo ridotto in condiizone servile è tenuto a freno da una combinazione di forze armate e videocrazia. I protagonisti, Katniss e Peeta, già visti nel primo film, sono visti dagli oppressi come simboli di speranza, e per questo chiamati dal sistema a recitare una parte filogovernativa. La loro sceneggiata però non ingrana e vengono quindi rimandati in un'arena (una giungla piena di insidie) contro altri ex-campioni. Le cose sembrano mettersi per il verso giusto, fino al finale aperto. Il film nasce evidentemente dalla letteratura per l'adolescenza e si sostiene sull'attrice J. Lawrence (Katniss), icona giovanile. Questo impianto impedisce di calarsi nella storia, nonostante lo sforzo "introduttivo-sociologico" duri più di un'ora. La sceneggiatura è infatti mitragliata da buchi di tutte le dimensioni (da persone separate che improvvisamente si ritrovano nello stesso posto, o viceversa, al fatto che il popolo si dimostra molto poco teledipendente o appassionato ai giochi gladiatori). Tali buchi, invariabilmente, annunciano un momento di patetismo barocco e solitamente senza conseguenze né sulla trama né sulla psicologia dei personaggi. Del resto non si creda che i temi trattati siano in alcun modo una denuncia della nostra società teledipendente e violenta più di quanto Cenerentola non sia una denuncia dell'arrivismo sociale. Emblematica la scelta di far conoscere unicamente i gladiatori con i quali Katniss avrà bene o male a che fare, lasciando quindi lo spettatore del tutto indifferente nei confronti degli altri (che saranno naturalmente carne da macello). In conclusione è un film per ragazzi di bocca buona e appassionati della serie (e del merchandising correlato). Preso in sé è solo un film con poco mordente mescolato a un'aria giovanil-emozionale già vista per Twilight
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