Regia di Joseph Merhi vedi scheda film
Il film che ispirò la serie tv poliziesca di due stagioni dal titolo originale omonimo, "L.A. Heat", con Wolf Larson e Steven Williams, conosciuta anche in Italia.
Quint'essenza delle produzioni PM di Joseph Merhi e Richard Pepin, il primo qui anche regista, segue il detective della polizia di Los Angeles Jon Chance (LHJ) , qui nero e non il bianco Wolf Larson, interpretato dall'affezionato protagonista della PM Lawrence Hilton-Jacobs, sull'orlo del baratro. A renderlo ancora più pericoloso è il fatto che uno spacciatore particolarmente malvagio di nome Clarence (Benton) se ne vada in giro a uccidere poliziotti. Tra gli agenti di polizia uccisi da questo particolare scellerato c'era anche il socio di Chance, Carl (Inneo). Così, mentre Clarence si dà alla fuga, Chance cerca di rintracciarlo. Usando un piccolo spacciatore di nome Spyder (Thoroughgood), Chance si avvicina sempre di più. Ma il boss mafioso Sylvio (Gallo) si è intromesso nella vicenda e quando Chance viene sospeso dal corpo di polizia dal Capitano(Il grande Jim Brown), Chance si ritrova alla deriva e tormentato da spiacevoli incubi ricorrenti che già si erano palesati prima dei titoli, addormentatosi durante un appostamento in macchina. Chance vorrebbe tornare nel Vecchio West e amministrare la giustizia alla vecchia maniera. Ma così com'è, deve vendicare il suo socio, riprendersi il suo vecchio lavoro, catturare Clarence e impedire alla droga e alle gang di proliferare nel suo stesso quartiere, e tutto da solo. Ce la farà? O soccomberà e diventerà un altro cadavere caldo do Clarence?
Ho visto così tanti film della PM negli anni da avere ormai imparato a memoria i titoli di coda. Tutti i nomi che ho imparato a riconoscere sono a bordo di "Poliziotti a Los Angeles", tranne forse il grande William Smith. Sebbene questo sia il terzo di una serie di quattro film del personaggio di Jon Chance per la PM – gli altri sono "L.A. Vice" (1989), "Angels of the City" (1989) e, naturalmente, "Chance-Minaccia di uccidere" (1990) – senza dimenticare che "Quietfire" (1991) non è un film di Chance, è piuttosto impressionante che LHJ abbia interpretato Chance in tre lungometraggi solo nel 1989. Non c'è da stupirsi ma solo da esaltare sempre le virtù di quell'anno grandioso per il videonoleggio. Sebbene rimanga un mistero se il pubblico abbia effettivamente richiesto veramente altri film di Chance, o se la PM li abbia semplicemente sfornati a prescindere, tutto ciò che voglio sottolineare è proprio il fatto che il 1989 è stato probabilmente l'anno migliore in assoluto per i negozi di videonoleggio.negli Stati Uniti come in Italia. C'era una selezione a non finire, e ben quattro "Chance" da poter vedere.
Detto questo, è giunto il momento di un breve ripasso della realtà. "LA Heat- Poliziotti a Los Angeles" è il film più debole del personaggio di Chance. Pur partendo abbastanza forte e brutale, a metà film perde un bel po' di grinta. L'interpretazione di LHJ, le sequenze oniriche e le giacche sportive sono tutte di altissimo livello, ma è quasi come se i registi avessero perso interesse a metà produzione. Se Chance avesse avuto più scagnozzi da affrontare lungo il percorso, un cattivo (tipo appunto William Smith però collega e non cattivo di Chance, nei precedenti) più definito e un po' più di energia, "L.A. Heat'' avrebbe potuto essere più vincente. La PM avrebbe sicuramente imparato da questo, sviluppando e perfezionando il suo riconoscibile stile d'azione ed esplosioni, negli anni successivi. Non dimentichiamo che questa è stata una delle prime produzioni della casa, famosissima poi tra tutti i cultori della serie B a basso costo losangelina, quindi non la giudico troppo severamente. Ma è difficile ignorare il fatto che il suo budget ridotto-bassissimo- ne ostacoli la riuscita.
Da poco in alta definizione, sconta purtroppo sempre lo scadente doppiaggio, e sonorizzazione italiana per le videocassette dell'epoca.
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