Regia di George Schaefer vedi scheda film
Trampolino di lancio non riuscito per la carriera di Peppard, attore affermato ma che non riuscirà mai ad arrivare ai livelli di gente come Paul Newman, Burt Lancaster o Charlton Heston.
Originale giallo dalle assonanze hitchcockiane la cui vicenda s'incentra sull'assurdo coinvolgimento di Frank Matthews (George Peppard), capitano della Polizia di Washington, accusato del duplice omicidio della moglie Adele (Jean Seberg) e del suo amante, sposato e con figli a carico. Decide così di affidare la sua difesa all'avvocato Wilson King (Richard Kiley), noto per aver fatto liberare per un cavillo legale un pericoloso maniaco sessuale (Robert F. Lyons) destinato alla pena capitale e fatto arrestare dallo stesso Matthews.
Un prodotto facente parte di una serie di films commerciali ("Facce per l'inferno" (1968) di John Guillermin, "L'esecutore" (1970) di Sam Wanamaker o ancora "La spia che vide il suo cadavere" (1972) di Lamont Johnson, tanto per citare alcuni titoli), girati a cavallo fra i sessanta e i settanta che tentarono di lanciare, senza troppo riuscirci, l'attore George Peppard ai livelli dei vari Paul Newman, Burt Lancaster o Charlton Heston, che a causa dell'avanzare dell'età necessitavano di cedere ad altri il testimone.
Purtroppo Peppard, pur senza abbassarsi ai livelli di totale implasmabilità attoriale di un Troy Donhaue o di un Tab Hunter, si conferma anche in questa sede incapace di conferire adeguato spessore ai personaggi dallo stesso interpretati e pertanto impossibilitato ad assurgere a star assoluta nel firmamento hollywoodiano.
Eppure il film pareva elevarsi, almeno nelle intenzioni, al di sopra della media degli altri interpretati da Peppard, sia per un plot decisamente scandaloso (almeno per l'epoca) e senz'altro anticonformista (il capitano della Polizia che sposa una moglie indipendente e fedifraga, anzichè il classico angelo del focolare domestico tipico del "sogno americano" con relativo contorno di pargoletti), sia per un tentativo di giallo processuale con profonde riflessioni di filosofia e psicologia giuridica. Di non poco interesse è la differenza, sottolineata per bocca dell'Avvocato King, tra non colpevolezza (intesa come il non aver commesso materialmente ma non moralmente il fatto) e innocenza (definibile come completa estraneità ai fatti sia intenzionale che compiuta).
Ciononostante una messa in scena scolastica, ancorchè formalmente corretta di George Schafer (nulla più che un semplice mestierante) e la mancanza di comprimari "di razza" (con la sola eccezione di una sofferta Jean Seberg nel ruolo della moglie del protagonista), impediscono al film di sviluppare compiutamente i buoni spunti del copione vergato da Stanley Niss, sceneggiatore specializzato in serials televisivi, colpevole, per deformazione professionale, di aver dato un taglio poco cinematografico e di corto respiro alla vicenda.
A contorno dell'imbambolato Peppard, Richard Kiley, nelle vesti dell'avvocato, non è caratterista in grado di esprimere adeguatamente quel conflitto interiore tra giustizia e giustizialismo, in un'epoca in cui il "Pendulum" del titolo trasla dalla tutela dell'ordine pubblico, spesso incurante dei diritti fondamentali costituzionalmente riconosciuti, a favore di quell'eccessivo garantismo che consente a feroci criminali di sfuggire alle maglie della giustizia.
Per il resto, se Robert Lyons, nelle vesti del criminale, non fuoriesce dalla mediocrità, meritano un'attenzione particolare Madeline Sherwood, nel ruolo di una madre stralunata e alcolizzata, protagonista di uno straniante finale e una rabbiosa Phillys Hill, moglie dell'amante di Adele Matthews, specchio efficace di un'esistenza distrutta dall'uccisione del marito, ancorchè la sua partecipazione sia purtroppo ridotta a poche pose.
A seguito di questo "buon film medio", trampolino mancato per il lancio definitivo della carriera di Peppard, il nostro riprenderà ciò che resta dell'agente segreto dal pugno facile del testè citato "Facce per l'inferno", per raggiungere un successo pressochè planetario come coprotagonista del serial "A Team" rendendosi simpatico soprattutto al pubblico femminile, grazie alla sua avvenenza e alla sua bella faccia televisiva.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta