Regia di Franck Khalfoun vedi scheda film
Frank gestisce un negozio di vecchi manichini, di giorno, e uccide giovani donne, nella notte, prendendone lo scalpo. Finché non incontra la bella fotografa Anna.
Un ottimo prodotto, ma non vale assolutamente l'originale di Lustig. Elijah Wood non è Joe Spinell: il suo Frank Zito, pur efficace nella rappresentazione del disagio mentale, non possiede lo stesso sguardo conturbante, malsano e inquietante dell’originale. Il remake, sebbene tecnicamente curato, perde in parte il ritmo teso e incalzante della pellicola del 1980, optando per un approccio più riflessivo, quasi da ritratto psicologico. Azzeccata, però, la scelta del found footage in soggettiva, che amplifica la sensazione di disagio e coinvolge lo spettatore nella follia del protagonista. Il trauma infantile, rimarcato da frequenti flashback, e la virilità fragile e disturbata di Frank funzionano bene, ma il film appare a tratti troppo pulito, privo di quel marciume visivo e narrativo che caratterizzava l’opera originale. L’atmosfera rarefatta e quasi asettica smorza l’impatto disturbante, restituendo un horror elegante ma meno viscerale e sporco.
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