Regia di Franklin J. Schaffner vedi scheda film
Vincitore di sette premi oscar (su dieci nomination), tra cui la sceneggiatura originale di un Francis Ford Coppola prossimo a passare alla lavorazione del primo capitolo de Il Padrino. Basta già solo questo per farne un cult. A tenere banco è il personaggio spigoloso, impulsivo, fuori dai canoni di Patton, generale alla Clint Eastwood (non per nulla se ne va in giro con revolver dall'impugnatura avorio nel cinturone) che odia i codardi e brama la guerra. Curiosamente si decide di mostrare il ruolo avuto da Patton nel corso di tutta la seconda guerra mondiale, dalle campagne d'africa al ruolo avuto nella conquista di Berlino, con una narrazione piuttosto lineare ma che, per ovvie ragioni, non approfondisce i temi né il background del personaggio. Spettacolare - per l'epoca - sul piano visivo, con scontri armati, carri armati e aerei in azione. Gigioneggia George C. Scott fin dalla prima sequenza, di grosso impatto visivo e omaggiata - tra gli altri - dalla sigla del cartoon G.I. Joe. Interessanti i dialoghi, vero punto di forza del film. 169 minuti che scorrono piuttosto velocemente per effetto del buon ritmo scandito da Schaffner. Tra le sottotracce, trapela la critica all'ipocrisia americana che antepone la forma alla sostanza.
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