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Anna Karenina

Regia di Clarence Brown vedi scheda film

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La recensione su Anna Karenina

di steno79
7 stelle

"Anna Karenina" è un romanzo, considerato da tempo fra le vette della letteratura russa e mondiale, che al cinema era stato adattato già numerose volte durante la stagione del muto, fra cui una versione americana del 1927 intitolata "Love" con Greta Garbo e John Gilbert. La Garbo ebbe la possibilità di interpretare una seconda volta il personaggio di Tolstoj negli anni Trenta in una nuova versione sonora diretta dal suo regista di fiducia Clarence Brown insieme a Fredric March nella parte di Vronsky. Un film come questo non può non essere valutato in stretta relazione con il romanzo d'origine, e qui purtroppo iniziano alcuni problemi. La sceneggiatura, firmata da un trio di illustri scrittori, fra cui Salka Viertel che aveva già curato il copione di "La regina Cristina", sceglie di imbastire un copione per un film di 95 minuti e di operare drastici tagli, soprattutto nelle vicende parallele di Dolly e Stiva e di Levin e Kitty, che vengono totalmente scorciate per privilegiare la storia di Anna e di Vronsky.

Il film ha un buon risalto dal punto di vista melodrammatico, è diretto con cura, con alcune buone invenzioni di regia come la lunga carrellata all'indietro durante il pranzo degli ufficiali, ma ci sono anche altri momenti degni di nota, soprattutto la scena della mazurka e la scena della caduta da cavallo di Vronsky.

In termini di ritmo narrativo, gli ammiratori di Tolstoj troveranno da ridire soprattutto nella parte finale, dove sono stati eliminati fatti che risultavano cruciali nel libro e alcune aggiunte risultano discutibili, soprattutto il fatto che Vronsky si arruoli nella guerra serbo-turca gettando Anna nello sconforto e avviandola al suicidio, mentre nel libro la decisione era molto più sofferta e conseguente a una serie di fattori che sono stati eliminati, con un tradimento dello spirito del romanzo piuttosto vistoso. È un peccato esprimere queste riserve perché per il resto "Anna Karenina" rimane un prodotto di prestigio, all'epoca premiato alla mostra di Venezia con la coppa Mussolini come miglior film straniero, un film dove la resa interpretativa di Greta Garbo è eccezionale lungo tutto l'arco del racconto, mentre fra i caratteristi si distingue un Basil Rathbone di sottile perfidia nella parte del marito Karenin, ridotto un po' troppo a cattivo privo di sfumature, mentre Fredric March, per quanto non al massimo delle sue possibilità, restituisce con bravura i conflitti interiori di Vronsky. Forse dirò un'eresia ma fra i tre adattamenti del romanzo che ho visto il mio preferito rimane quello più recente di Joe Wright con Keira Knightley, tuttavia Greta Garbo batte facilmente le sue colleghe in virtù del suo fascino aristocratico e della sua intensità melo' che restano ineguagliate. Voto 7/10

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