Regia di Massimo Martelli vedi scheda film
Cosa accade se si prende un classico della letteratura umoristica e lo si trasloca sul grande schermo? Probabilmente quello che è accaduto nel 2011 al Bar Sport di Stefano Benni, autore umoristico, e non solo, che sulla metà degli anni ‘70 esordì con una raccolta di aneddoti, luoghi comuni, personaggi, soprannomi che popolavano i bar della penisola. Bar dove c'era una squadra del cuore. Un meccanico e un playboy, un gommista e uno scapolo. Il caffè macchiato nei mesi freddi e quello col ghiaccio in quelli caldi, o simil tiepidi. Il Biliardo con il panno verde più o meno consunto e il Biliardino, o Calcio Balilla nei Bar d'estrema destra. La cassiera avvenente e le pensionate perennemente in un angolo. Ma se sulla carta narrazioni e personaggi, gli uni slegati dagli altri, funzionavano egregiamente, perché dotati di un surrealismo inadatto a essere portato su celluloide, sul grande schermo non riescono né a far sorridere né riflettere.
Al contrario sono altri i luoghi di ritrovo che sono stati incasellati in maniera decisamente più efficace sul grande schermo. Basti pensare a Gli amici del bar Margherita (id.; 2009) di Pupi Avati, o ancor prima a Radio Freccia (id.; 1998) firmato dal cantautore Luciano Ligabue. Pellicole dalle narrazioni più concrete, che non avevano velleità umoristiche. Nelle quali i bar diventavano luoghi di un ritrovo necessario per spiccare il volo e raccontare altro. Nella trasposizione firmata dal regista Massimo Martelli al contrario il Bar è il luogo nel quale si racchiude “il tutto", ma un tutto che non impensierisce minimamente la bellezza di un romanzo immerso in un tempo passato, che trasuda di dopo guerra, e di pantaloni a zampa d’elefante del Cynar e delle tv in bianco e nero. Non riuscendo a ricrearne minimamente la medesima cornice.
Un cast di primissimo livello, nel quale Claudio Bisio, nel ruolo di un cliente stanziale del Bar Sport, spicca per presenza e battute, e Giuseppe Battiston nella parte di Onassis, proprietario del Bar e voce narrante fuori campo, non bastano a salvare un film al quale lo stesso Benni, pur co - firmando la sceneggiatura, non è riuscito a dare una forma narrativa accettabile.
Consigliamo quindi di recuperare il Bar Sport su carta e tutto lo scibile vergato da Benni. Cercando di dimenticarsi quest'uscita di strada decisamente trascurabile.
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