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Twixt

Regia di Francis Ford Coppola vedi scheda film

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La recensione su Twixt

di Baliverna
8 stelle

In un epoca in cui si producono horror con lo stampino (e solo pochi veramente validi), quest'opera interessante e ricca di un regista di cotanto nome è stata presa a calci dai distributori. Secondo me avrebbe avuto almeno un moderato successo in sala.

Durante la prima parte (cioè fino all'incontro con la casa di fantasmi) ho pensato “capolavoro”. Poi, secondo me, l'azione procede un po' troppo velocemente, e molti eventi e personaggi vengono affastellati a un ritmo sostenuto. Forse, se il film fosse durato una ventina di minuti di più (senza aggiungere altra carne al fuoco), ne avrebbe giovato.

Questa, in sintesi, ma mia opinione su questo film di un regista del quale mi piacciono molte opere (anche se non tutte). Il fatto che Coppola abbia dichiarato che il materiale provenga da un sogno che egli ha veramente fatto, non mi stupisce per niente. Certe idee sono così bizzarre e strane che non possono essere coscientemente pensate da una mente umana: l'ufficio dello sceriffo con obitorio incorporato (ma dentro un container merci...), il campanile con sette orologi che danno ore diverse, la casa di fantasmi che prima sembra un locale, poi una casa privata, e poi ancora un luogo terrificante dalla cui cantina escono degli strani bambini, e la strana ragazzina...

L'atmosfera irreale e onirica è ben ricreata: luoghi lugubri e incerti, repentini cambi di scena, personaggi che appaiono e scompaiono senza logica...

A partire dal suggerimento dato dal titolo (è un arcaismo che significa “tra”, “in mezzo a”), la pellicola interseca diversi piani: lo scribacchino alla ricerca di una trama per sfamare un pubblico di bocca buona, i bambini assassinati dal reverendo pazzo, la figlia del protagonista morta in un'incidente in barca e l'orfana – coetanea – trucidata dal predicatore folle. Le due ragazzine si assomigliano e si sovrappongono sempre di più, anche se sono vissute a molti decenni di distanza l'una dall'altra.

Devo anche dire che questo è il Coppola che preferisco, cioè quello che le dimensioni produttive contenute e quello che esprime liberamente la propria arte senza condizionamenti esterni.

Val Kilmer fa il suo, e lo fa anche il vetusto Bruce Dern, come sempre in un ruolo ambiguo e un po' antipatico.

A margine, posso affermare che il film ha più di una similitudine con “Il seme della follia” di John Carpenter.

 

 

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