Regia di Bob Radler vedi scheda film
È difficile credere che questo film abbia ormai ben 36 anni. Sembra ieri che il taek-kwondo coreano fosse relativamente una novità. Poi guardi "Best of the Best/I Migliori" finalmente in alta definizione e ti rendi bene conto che la musica, le acconciature e le lattine di soda sono irrimediabilmente strepitose e al volgere alla fine di quel decennio colgono in pieno quasi come una summa gli interi '80. A cominciare dai meravigliosi giubbotti TEAM U. S. A. creati per il film dall' Adidas, come le divise nere minimaliste con zip al collo e patch USA con Stars and Stripes flag. Adidas che faceva molte se non tutte le divise sportive dei film hollywoodiani di quel periodo, a cominciare all'apice dei pantaloncini, le tute del team e le vestaglie, di Ivan Drago in "Rocky IV". A quel punto diventi bene nostalgico. E tutto diventa maledettamente serio. Non ci può essere l'una o l'altra cosa. "
" Best of the Best " vede addirittura  James Earl Jones nei panni di un allenatore di arti marziali che guida un gruppo di americani contro una squadra di sudcoreani in una competizione a Seul. È una trama tipo "Che botte se incontri gli Orsi", uno dei migliori film sportivi mai realizzati, solo che Eric Roberts e Chris Penn sono due degli Orsi e James Earl Jones è più serioso di Walter Matthau). Il finale è stato molto più ispirato di quanto avessi mai pensato che un film di questo calibro potesse raggiungere. Dico sul serio.
Ma anche questo è ben un film sportivo. Alcuni dei suoi sequel sono film d'azione, ma il capostipite è tutto incentrato sulla competizione. L'inizio è piuttosto lento e nel complesso piuttosto stereotipato, ma il finale è bello e potente, grazie ai buoni attori che fanno il meglio con un materiale che altrimenti sarebbe anche potuto essere parodico(ci sono dentro persino Sally Kirkland che riesce a rendere accettabile un personaggio incredibile di motivatrice psicologica, il grande John P. Ryan e in una piccola comparsa di avventore al banco del bar, addirittura Edward Bunker, presumibilmente tirati dentro da Eric Roberts, con il quale entrambi erano stati assieme nel capolavoro "A 30 secondi dalla fine" . Inoltre, i terrificanti video di allenamento tipo "Scuola di Hokuto" della squadra sudcoreana sembrano qualcosa di contrabbandato dal gelido Afghanistan. E anche per chi non comprende appieno le regole degli incontri, Radler è bravo a costruire artificialmente la drammaticità. Ancora una volta, i primi 90 minuti sono abbastanza prevedibilmente corretti, ma gli ultimi 5 sono sia trascinati che ispirati.
Eric Roberts del 1989 è un caso attoriale decisamente  interessante. Sembrava essere ovunque, interpretando piccoli ruoli in grandi film e ruoli più importanti o da protagonista in film minori. Ha persino preso parte ad alcuni video musicali. In questo film, i suoi capelli sono lunghi e anni '80 a bestia, e più tardi, quando si fa male alla spalla alla fine del decisivo combattimento contro uno dei più terribili avversari coreani ammazza-sfidanti, è fantastico. Poi vederlo commuoversi è esilarante e trascinante al contempo. Eric Roberts è qui più che mai davvero una incarnazione stessa del 1989, in una combinazione davvero unica. 
James Earl Jones eccellente doppiato in italiano data la sua risaputa grande voce, è un pò sprecato. Ha in pratica soltanto una scena tutta sua, in cui fa un monologo sulla sua squadra, che giustifica la scelta di averlo al posto di qualcun altro. Ovviamente è grandioso per quella scena, ma ho la sensazione che quando si ha a disposizione James Earl Jones, lo si debba avere più che nell'equicalente di uno spot. Dovrebbe esserci stata una legge su James Earl Jones a Hollywood per evitare che cose del genere accadano, però condivide anche una inquadratura in campo totale con John P. Ryan sulla sinistra dell'inquadratura e lui sulla destra, memorabile.
Un altro doveroso cenno per Chris Penn. Me ne rendo conto solo scrivendone, di che bravo e sottile attore fosse a dispetto della mole. È più giovane all'epoca, ma si sta avviando verso la grassezza che lo accompagnerà per il resto dei suoi giorni. Ha interpretato un bravo cattivo che cambia la sua inclinazione man mano che il film procede. Riprenderà questo ruolo nel sequel, sempre da vedere. 
Infine, la pellicola ti lascia l'impressione che tutto questo sarebbe potuto persino accadere alle Olimpiadi. C'è Ahmad Rashad che fà sè stesso, a coprire l'evento con il suo commento. Se così fosse, allora né i sudcoreani né gli americani avrebbero vinto una medaglia d'argento solo per essersi presentati? Se competono solo due squadre, il peggio che una possa fare è arrivare seconda. Questo, come la competizione vera e propria e le regole del gioco, non sono mai spiegate completamente, e immagino che non ce ne fosse bisogno, facendo passare il tutto per una esibizione speciale ma con ben poco o nulla di amichevole inizialmente, solo un dichiarato torneo alla morte e alla violenza.
Difficile come detto, però prendere in giro il tutto, dato il suo bel finale.
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