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The Horde

Regia di Benjamin Rocher, Yannick Dahan vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Horde

di DeathCross
8 stelle

E la Francia propone un altro Horror di grande livello, ossia questo "La Horde" (titolo inspiegabilmente tradotto in Italia con l'articolo inglese), uno zombie-movie che, nella trama e nella sceneggiatura, richiama la coppia Tarantino-Rodriguez e in particolare "From Dusk Till Dawn", da cui riprende la struttura narrativa che parte in salsa pulp per poi evolversi in chiave Horror-Action, ma qui il mutamento di Genere avviene quasi subito, dopo circa ¼h.

Esclusi il prologo (all'insegna della Morte, in un cimitero) e l'epilogo, il film è ambientato quasi interamente in un palazzo popolare parigino, assediato dall'Orda di morti viventi indicata dal titolo: l'edificio, dalla sua prima apparizione esterna, si presenta come una sorta di fortezza, e la massa di zombie quindi compie un assedio di essa, come un'orda barbarica. La natura chiusa dell'ambientazione, almeno in alcuni punti (come la scena nel corridoio), crea un'atmosfera quasi claustrofobica, e così alla fine, quando il/la due superstiti escono dall'edificio, anche lo/a spettatore/rice si trova quasi accecato dalla luce del giorno.

 

Il film, pur non avendo alcuna pretesa di costruire chissà quale discorso filosofico, presenta un contenuto non privo di una certa profondità: i due gruppi che si uniscono per affrontare il cadaverico problema, infatti, sono incompatibili tra loro (da una parte abbiamo una band di gangster, dall'altra una squadra di poliziotti assetati di vendetta), e il ritratto fatto della natura umana è a dir poco impietoso. Tutti i personaggi, infatti, sono negativi, sadici (la scena della donna-zombie torturata potrebbe risultare disturbante per qualcuno/a), la compassione è negata in favore dell'istinto di sopravvivenza, la fiducia nel prossimo è completamente inesistente... Anche i due leader, unici personaggi che seguono un proprio codice morale e che riescono a riconoscere l'onore anche nel nemico, risultano dei perdenti: lo sbirro si sacrifica senza che il suo gesto venga apprezzato dalla donna (a quanto pare ideatrice del piano di vendetta), e il boss nigeriano, una volta uscito dall'edificio, viene giustiziato dalla sopra citata donna, la quale non ha dimenticato il suo proposito iniziale, nonostante la sua sopravvivenza sia in parte merito del gangster. E così, alla fine, gli unici suoni che restano sono le urla degli infetti in avvicinamento.

 

Il film vanta una regia a quattro mani davvero ottima che riesce a tenere un ritmo serrato senza diventare frenetico, un cast eccezionale, un'abbondanza di splatter e una forte presenza di scene sature di epicità, come la memorabile resistenza all'orda dei cadaveri nel garage da parte dello sbirro, armato prima di pistole e poi di machete.

 

Un Horror davvero strepitoso, che conferma il rafforzamento qualitativo della produzione di genere della Francia, a discapito di USA (che, eccetto Rob Zombie e pochi altri, è troppo impegnata in reboot) e Italia (ormai quasi totalmente assente in questo tipo di mercato cinematografico).

 

Voto: 8½  

 

 

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