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North Face. Una storia vera

Regia di Philipp Stölzl vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su North Face. Una storia vera

di SOLYARIS
6 stelle

titolo Italiano: Noth Face, una storia vera ; la "traduzione" in Italiano mi fa sempre arrabbiare ;) ma dico subito che il film non è poi così male, anzi mi è piaciuto dai, anche se non è un capolavoro e ci sono piccoli particolari di inutile travisamento della storia ...




Negli ultimi due anni si è ritornato a parlare molto della montagna denominata l'orco: ne vengo da aver recentemente letto tre libri che parlano della storia dell'Eiger, ultimo arrampicarsi all'inferno di Jack Olsen sulla vicenda di Claudio Corti e Stefano Longhi del 57... per inciso il libro del giornalista americano mi è piaciuto assai: per l'analisi giornalistica dei fatti, per l'analisi sociale e culturale sulla gente dell'Oberland Bernese, l'atteggiamento delle guide alpine svizzere, maturato proprio in seguito alle vicende degli anni 30 tra cui quella qui in oggetto: chiarendo bene il clima sociale, raccontando posizioni dei vari personaggi, il capo delle guide, l'inventore dell'argano che salvò Corti, etc. etc. e mentre stò scrivendo, scopro che Nordwand è uscito nel 2008 quasi in contemporanea di The beckoning silence di Louise Osmond, quest'ultimo è un documentario televisivo tratto da omonimo libro del grande Joe Simpson ( http://www.trentofestival.it/webtv/ita/scheda.php?idFilm=29&bck=1 ) che ha scritto il libro nel 2003 (devo vederlo assolutamente! ), ma questa è un'altra storia...

 

Torniamo alla storia narrata in Nordwand: non ricordavo bene come andarono le cose nella salita di Toni Kurz e Andi Hinterstoisser del 37... anzi ad essere sincero ricordavo solo della tragica paradossale morte di Kurz appeso alla corda a forse meno di 10 metri dal punto di recupero, e ricordavo del racconto di Claudio Corti che conosceva poco la via di salita che avrebbe intrapreso e ... chiamava tutti i passaggi "traversata Hinterstoisser" ... ricordavo della questione della corda "fissa" sul traverso, tolta e ceh invece avrebbe porbabilmente salvato la vita a tutti nella ritirata ... 

 

Comunque vedo il film con approccio positivo, pensando (come da titolo...) ad una precisa ricostruzione storica dei fatti, ma alcune recensioni mi allertano che non sarà così: si parla di melò, di storia romanzata con intreccio sentimentale... ahia! La narrazione comuqnue scorre senza annoiare anche nel lungo prologo che inquadra la situazione sociale, il nazismo, il rapporto tra Germania ed Austria ... il tutto dal punto di vista della protagonista femminile, una giovane aspirante fotografa per un giornale di Berlino, che si scopre presto essere dello stesso paesino di montagna di Tony Kurz (il protagonista), e tra i due c'è simpatia amorosa; quindi in fondo il film è incentrato velatamente da un lato sulla storia sentimentale tra i due ... e da'altro canto ovviamente viene fatta la cronistoria della sfamosa scalata durata parecchi giorni in cui la cordata tedesca ed una seconda austriaca, si sfidarono per arrivare primi alla parete nord dell'Eiger, allora mai scalta fino in cima. Quindi il "thriller" termina con l'epilogo drammatico, che fortunatamente non dettaglia troppo gli aspetti adrenalinico-orrorifici: il regista si mantiene invece relativamente sobrio nel raccontare il dramma degli ultimi momenti di vita degli scalatori; bene.

 

Ma sono un pò perplesso su cosa sia questo film:

 

1. Un film di cronistoria dei fatti ?

No, non è un film che ricostruisce fedelmente quanto accadde e ci sono parecchi particolari romanzati: rileggo su wikipedia ( http://it.wikipedia.org/wiki/Toni_Kurz ) e scopro che ci sono alcune cose non vere dal punto di vista storico su quanto accaduto in parete: in particolare mi ha colpito la scena in cui Hintertoisser si suicida tagliando con un coltello la corda che lo teneva appeso, ma sembra invece che nella realtà dei fatti lui morì subito travolto dalla valanga/scarica di sassi (sembra fosse anche slegato); quindi questa finzione cos'è ? Un omaggio alla storia di Joe Simpson ? ;-) oppure la scena è servita per accentuare lo spirito di abnegazione e cameratismo, il suicidio per salvare i camerati ? Poi le parole che Kurtz pronunciò morendo furono "Ich kann nicht mehr" ("non ne posso più"), mentre nel film l'attore recita "ho tanto freddo" (o qualcosa del genere) ... perchè travisare una frase così "celebre" :( ?

 

Devo dire però che dal punto di vista tecnico-alpinistico mi sembra che sia stato fatto un buon lavoro di ricostruzione storica su materiali, tecniche di progressione, azioni e successioni degli eventi... ho trovato realistico e ben raccontate le azioni di cordata, da un punto di vista del dettaglio tecnico; due piccole osservazioni: sono molte le scene in cui si vedono gli scalatori affrontare neve inconsistente ... questo mi sembra realistico e mi è piaciuto, ma non ci sono scene con ghiaccio ... che ci sarebbero state giuste ... forse è stato difficile riprodurre artificilamente od andare a girare sul verglass... ma è da dirsi che le condizioni di quella parete sono storicamente così variabili che qualsiasi descrizione delle condizioni potrebbe essere verosimile, vera! ho visto recente documentario di due alpinisti giornalisti che hanno ripercorso fà la via "normale" a nord (quella di Kurtz appunto): dalle riprese sembra tutta una "facile" salita su neve dura e relativamente consistente a meno di 50 gradi ?! ... a parte qualche passaggio più difficile ??!!! Forse hanno fatto le riprese solo nei punti facili ... o forse questa parete è davvero un mistero labirintico i cui continui cambi di condizioni mi ricordano il film Stalker di Tarkovskij ...  

Una nota anche su quanto so sulle riprese della salita: credo che nessuna scena sia stata girata sull'Eiger ma su altre montagne più facili ed in situazioni meno pericolose ed in studio addirittura ed anche le immagini panoramiche sulla montagna sono prevalentemente immagini di repertorio ... questo è stato molto criticato ed invece io voglio spezzare una lancia a favore: probabilmente il regista ha dovuto risparmiare: a mio avviso ha fatto comuqnue un buon lavoro ed ha dato una idea abbastanza fedele dell'ambiente (per la mia poca conoscenza). La scena della valanga, all'epilogo, naturalisticamente secondo me è stata fatta bene e verosimile: mi è piaciuta.

Ma la storia sentimantale tra Tony e la giornalista credo sia pura finzione (almeno io non ricordo di avere letto niente a riguardo ma può essere anche che effettivamente la storia sia vera! non saprei).




 

2.  Un film storico ?

Mha, non mi par prop che il film approfondisca la situazione socio-politica di quegli anni: si è vero che il film è incentrato sulle pressioni sociali del regime nazista sugli scaltori, sulla supremazia germanica, sui rapporti tra la popolazione Germanica ed Austriaca, ma è tutto esposto piuttosto superificialmente: gli Austriaci sono figurati sempre come i rozzi estremisti, i tedeschi sono invece sempre superfichi e sobri: si da un lato c'è la burocrazia Berlinese, ma ci sono sopratutto gli scalatori montanari: ottimi militari anarchici ma rispettosi delle gerarchie, uomini bellissimi, scalatori fortissimi, persone dai sentimenti nobilii e puri. E però! sta supremazia ariana mi sembra un pò nauseabonda! ;-) anche se effettivamente Tony ed Andy sembra siano stati davvero due uomini eccezionali...

Ciònonostante, quello che lascia perplessi è anche un atteggiamento "politically correct" in tutto il film, la supremazia del superuomo è sottointesa ma prevale un atteggiamento sobrio e superficiale sui clichès e questo non mi piace: avrei preferito un film palesemente nazista, invece alla fin della fiera ne vien su un film perfino socialista, ma forse proprio nazional-socialista  ;-)




 

3. Un film sul ruolo della donna ?

Infine il film si conclude con la giornalista che, nauseata dalla ipocrita burocrazia berlinese del regime nazista, emigra in USA dove diventa fotografa: troppo didascalica e spocchiosa la scena dove fotografa il sassofonista nero ... dove la voce narrante della donna chiude il film con queste parole:

 

tu hai vissuto solo se hai amato. a volte è immensamente difficile crederci, ma la maggior parte dei giorni mi sento viva, e il motivo è l'amore

 

Mi viene in mente una roba: ma vuoi mica dire che il fim è sotto sotto dedicato alla grande Leni Riefenstahl (di cui nutro rispetto) ?

Sti tedeschi so strani, nè! :)

giorgio, 1 Ottobre 2010

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