Diecimila soldati egiziani vengono annientati dai ribelli sudanesi che fanno capo a Mandhi e questi, proclamatosi profeta, scatena la guerra santa. A Londra, il primo ministro Gladstone invia a Khartoum il colonnello Stewart e il generale Charles Gordon. Si dà il via a inutili tentativi di trattative e di alleanze, e a un'eroica difesa della città, ma i rinforzi giungono quando essa è ormai caduta in mano ai ribelli. Il film vale più per la sua spettacolarità che non come ritratto psicologico del suo protagonista e delle figure minori. Gli interpreti sono un po' sacrificati.
Un kolossal inglese del 1966 di Basil Dearden sugli scontri tra il 1884 e 1985 in Sudan tra l'ufficiale inglese Charles George Gordon e Muhammad Ahmad, un asceta musulmano capo dei ribelli sudanesi proclamatosi Mahdi, cioè redentore dell'islam incaricato di riportare il rinnovamento e l'espansione della fede islamica con la liberazione del Sudan.
Unico kolossal diretto da B. Dearden, non del tutto a suo agio. Con un suo indiscutibile interesse storico, perde però il confronto con "Lawrence d'Arabia". Paga un'eccessiva verbosità, che rende la narrazione a tratti prolissa, e un pizzico di retorica, specialmente nella lettura troppo celebrativa del protagonista.
Nel film, con una certa attinenza alla realtà storica, viene descritto con ampio dispiego di mezzi e impegni coreografici l'assedio e la caduta di Khartum nel 1885, episodio significativo della guerra mahdista che portò all'invasione del Regno Unito del Sudan ed alla formazione del cosiddetto condomino anglo-egiziano di quei territori che sarebbe durato fino all'indipendenza del… leggi tutto
Avverto che questa sarà una critica prettamente politica della pellicola!
Il famoso critico cinematografico David Thomson descrive così il regista di Khartoum :"Dearden's films are decent, empty and plodding (...) a fair representative of the British preference for bureaucratic cinema. It stands for the underlining of obvious."
Ed è proprio questo il… leggi tutto
Nel film, con una certa attinenza alla realtà storica, viene descritto con ampio dispiego di mezzi e impegni coreografici l'assedio e la caduta di Khartum nel 1885, episodio significativo della guerra mahdista che portò all'invasione del Regno Unito del Sudan ed alla formazione del cosiddetto condomino anglo-egiziano di quei territori che sarebbe durato fino all'indipendenza del…
Con una certa dose di miopia e pregiudizio, più d'uno è tentato di ricondurre queste pellicole di guerra a scopi propagandistici e giustificazionisti, ignorando la grandezza e la magnificenza che è sotto i loro occhi. L'ardore critico li consuma, quel volere a tutti i costi cercare il pelo nell'uovo anche dove non c'è. I fatti: la città di Khartoum e…
Avverto che questa sarà una critica prettamente politica della pellicola!
Il famoso critico cinematografico David Thomson descrive così il regista di Khartoum :"Dearden's films are decent, empty and plodding (...) a fair representative of the British preference for bureaucratic cinema. It stands for the underlining of obvious."
Ed è proprio questo il…
Un film con un buon ritmo: non mostra affatto i suoi 40 anni. Illustra bene, con tutti i limiti del caso, la situazione del Sudan negli anni '80 del secolo XIX. A ben guardare vi sono anche dei temi di stretta attualità: il tema del fondamentalismo islamico e dello 'scontro' con la civiltà occidentale. Inoltre la presenza di due 'monumenti' come L. Olivier e C. Heston non possono che invitare…
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Commenti (3) vedi tutti
Un kolossal inglese del 1966 di Basil Dearden sugli scontri tra il 1884 e 1985 in Sudan tra l'ufficiale inglese Charles George Gordon e Muhammad Ahmad, un asceta musulmano capo dei ribelli sudanesi proclamatosi Mahdi, cioè redentore dell'islam incaricato di riportare il rinnovamento e l'espansione della fede islamica con la liberazione del Sudan.
leggi la recensione completa di massimo45Unico kolossal diretto da B. Dearden, non del tutto a suo agio. Con un suo indiscutibile interesse storico, perde però il confronto con "Lawrence d'Arabia". Paga un'eccessiva verbosità, che rende la narrazione a tratti prolissa, e un pizzico di retorica, specialmente nella lettura troppo celebrativa del protagonista.
commento di degoffroRicostruzione grandiosa che si avvale di due mostri della recitazione.
leggi la recensione completa di giansnow89