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Destinazione Luna

Regia di Kurt Neumann vedi scheda film

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La recensione su Destinazione Luna

di 0372
5 stelle

Come sa chi legge le mie recensioni (e ringrazio), ho sempre avuto una grande passione per la fantascienza e ho sviluppato una certa passione per le pellicole di  fantascienza vintage anche di serie B.

Questo film  è coerente con il periodo in cui è stato prodotto.

Si percepisce in filigrana l’ansia per la corsa alla spazio, la certezza di poter conquistare l’ultima frontiera che all’epoca sembrava in procinto di essere conquistata.

Si perdonano le ingenuità che oggi ci sembrano palesi e risibili, come i lettini e le cinghie per bloccare i corpi degli astronauti, che non hanno una specifica preparazione ma hanno formazioni diversificate anche se funzionali per la missione (militare, scientifica in varie branche etc.), così come fantasiose sono le comunicazioni interplanetarie in tempo reale..

Lo stesso vale per la passeggiata sul suolo di Marte, su cui, per una serie di circostanze, alcune davvero poco convincenti sul piano della sceneggiatura: i cosmonauti camminano con l’attrezzatura di un pilota di un caccia e fronteggiano gli abitanti del pianeta rosso - veri e proprio marziani - che sono primitivi sopravvissuti dopo una guerra atomica data per presupposta.

Il film si svolge soprattutto in ambienti chiusi (la base, il velivolo spaziale) e in misura minoritaria sulla  superficie di Marte, che è montagnosa e sabbiosa.

Nonostante le fragilità e le debolezze, il film ha tanti motivi di interesse a mio sommesso avviso:

  1. all’inizio del film, è evidente la collusione tra le autorità spaziali e i mass media: come risulta dalle prime scene, la stampa condivide la diffusione di notizie controllate;

  2. la creatività nel tentare di riprodurre un viaggio interplanetario con effetti speciali antiquati e artigianali, con gli immancabili asteroidi che sfiorano gli oblò del vascello;

  3. l’interpretazione dell’eclettico Lloyd Bridges, sempre bravo e che non so per quale ragione mi ha ricordato Ryan Gosling (non mi prendete per matto);

  4. il finale non a lieto fine, con un messaggi  di pace per la terra, quanto mai attuale.

 

Nel cast, si segnala Osa Massen, la cui bellezza danese, mi sembra inconsueta rispetto ai canoni dell’epoca e John Emery, certamente non attore di primissimo livello, ma che ha avuto anche una parte nel celebre “Io ti Salverò” di Alfred Hitchcook,

Da vedere, se si ama il genere.

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