Regia di Edward Yang vedi scheda film
La luce onnipresente in "A Brighter Summer Day" di Edward Yang (1991), risulta priva di qualsiasi positiva speranza, in quanto il tono è fortemente oscuro. Nella sua durata fluviale di ben 4 ore, attraverso la Taipei del 1960, viene considerato il suo capolavoro assoluto del cineasta, stando ai giudizi della critica cinese e quella americana. Purtroppo qui in Italia, il suo cinema fatica a trovare distribuzione, tanto che da noi è giunto ufficialmente solo "Yi yi e uno e due" (2000), per via del premio della regia vinto a Cannes, mentre il resto della sua produzione è totalmente inedita qui da noi, in quanto vedibile solo nei festival specialistici, oppure con difficili ricerche su internet e sottotitoli fatti alla meglio e peggio.
Si dubita che in futuro qualche casa di distribuzione nostrana abbia il coraggio di portare in Home Video questo film, data la sua durata immensa, per la complessità dell'intreccio derivata dal grande numero di personaggi (decine e decine) e varie divagazioni dalla trama principale.
Partendo dal personaggio del giovane Si'r, assistiamo al conflitto tra le bande di teppisti dei Little Park (figli di impiegati pubblici) contro quelli della 217 (figli degli apparati militari), che si contendono il territorio con continui conflitti e scontri anche sanguinosi. Si'r è più vicino ai ragazzi di Little Park. Anche se non fa parte della loro banda, ha in comune con loro un'esistenza prioiettata verso il nulla. Per affrontare il vuoto della vita, le giovani generazioni cercano di superare tale paura unendosi tra di loro in bande di teppisti facendo del cameratismo. Si'r figlio di rifugiati politici nazionalisti, vive un senso di insoddisfazione che gli impedisce una integrazione con la nuova realtà e questo lo prota sempre più a farsi trascinare dalle bande di teppisti.
Parallelamente a loro, anche gli adulti vivono una situazione sospesa tra un futuro privo di concretezza ed un passato reciso del tutto, a cui però guardano con rassegnato dolore nostalgico, poichè la maggior parte degli abitanti di Taiwan sono ex-nazionalisti sconfitti nella guerra civile contro i comunisti guidati da Mao.
A dispetto della luce citata nel titolo del film, tutti i nostri personaggi sono immersi in un'oscurità interiore dalla quale non riescono a liberarsi. La macchina da presa di Edward Yang tratteggia una pellicola composta da numerosi longtake in riprese fisse in campo medio che compongono quadri figurativi che rimandano al cinema di Yasujiro Ozu e di Kenji Mizoguchi, mescolati con film americani (di cui Yang sembra sottilmente critico, poichè c'è una sorta di egemonia culturale americana sia nelle canzoni che nei film, senza considerare alcuni soprannomi come quello dell'ex capo dei Little Park, cioè Honey) come "Gioventù Bruciata" (1955) mescolati a coming of age come "L'Ultimo Spettacolo" (1971).
Yang nell'arco di 4 ore mette in scena un'intera generazione senza più un passato, senza un futuro e priva di valori di riferimento, in grado di dare una base ideologico-culturale comune ai nuovi taiwanesi.
Edward Yang spesso colloca i personaggi affacciati tra le porte o le ante dei futon, con uno sguardo perso nel vuoto per cercare di scorgere un futuro del tutto assente, perchè adottano tutti un punto di vista parziale e piccolo del mondo, in cui tutti si sono autoreclusi.
Non è un film facile, per via delle numerose divagazioni, il gran numero di personaggi e per rappresentare una realtà totalmente lontana da qualsiasi concezione occidentale, ma se ci si mette d'impegno, si potranno aprire vasti orizzonti in cui si potrà affacciare e scoprire nuove frontiere del cinema.
A Brighter Summer Day (1991): locandina
Film aggiunto alla playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297
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