Regia di Friedrich W. Murnau vedi scheda film
"City girl" è il penultimo film del grande regista tedesco Murnau, realizzato in America come "Aurora", con il quale ha numerose affinità a livello tematico e formale, ma a differenza di quello non è mai stato preso molto sul serio dalla critica, venendo relegato nel limbo delle opere minori dove è rimasto per decenni, con pochi tentativi seri di rivalutazione.
Il film vede una coppia nascere con una sorta di colpo di fulmine, formata da Lem e Kate, ma quando si trasferiscono in campagna dai genitori di Lem iniziano i guai, con il burbero e dispotico padre di Lem che la prende subito in antipatia e li porta ad un passo dalla separazione.
Se all'inizio può sembrare un film che critica l'alienazione della vita cittadina e idealizza la campagna, col procedere della trama ci accorgiamo che in realtà il ritratto è volutamente più sfumato e che la realtà della campagna viene mostrata in molti aspetti decisamente poco gradevoli, e anche i contadini appaiono rozzi e ben poco educati. È un peccato che "City girl" sia rimasto così sottovalutato, perché, anche se non tocca la genialità di "Aurora", può contare su alcune qualità che resero indimenticabile quel film, come lo sguardo del regista sui suoi personaggi, così affettuoso e partecipato, ma anche dei conflitti drammatici risolti in maniera credibile, per quanto la figura del vecchio patriarca resti un po' troppo monodimensionale e il suo odio per la nuora immotivato. Figurativamente affascinante, soprattutto in certi momenti lirici e privilegiati come la corsa della coppia nei campi di grano, "City girl" fu girato anche in una versione parzialmente sonorizzata che è andata perduta, e può contare su un'ottima interpretazione di Mary Duncan nel ruolo di Kate, ma anche buoni contributi di Charles Farrell e David Torrence. La versione completamente muta che è sopravvissuta è forse da preferire, perché fedele ai principi estetici perseguiti con ammirevole coerenza da Murnau.
Voto 8/10
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