Regia di Hou Hsiao-hsien vedi scheda film
Da Taiwan, il ritratto amaro di una giovinezza sbagliata, che ha lasciato rimpianti. Versione restaurata, immagini di alta qualità.
All'inizio si ha l'impressione di una minestra un po' insapore, ma poi ci si sintonizza con il film, e lo si apprezza. Questo anche perché il regista dirige la pellicola in modo fluido e preciso, tenendo sempre un tono moderato e non enfatico.
La prima parte è dedicata a rappresentare la vita inconcludente e senza senso di un gruppo di giovani su un'isola di Taiwan, dove vivono in un piccolo centro abitato. Passano le giornate bighellonando, andando a zonzo, facendo stupidaggini e partecipando risse con altri ragazzi della zona, scoppiate per futili motivi. Non hanno idee per il futuro e anche la vita familiare è piuttosto grama. I genitori hanno con loro solo un dialogo molto superficiale, e non li capiscono. Il trasferirsi nella grande città sull'isola principale, dove vive già la sorella del protagonista, non porterà giovamento, ma nuovi problemi.
Il film ci mostra sempre azioni ed eventi quotidiani, e lo fa in modo quasi neutro e senza caricare mai i toni drammatici. Tuttavia, piano piano se ne ricava un succo amaro, perché vediamo che la vita dei personaggi non riesce mai a prendere la piega giusta, spesso anche per colpa loro. In qualche modo nasce pure l'amore, ma sembra assolutamente unilaterale, e lei neppure si accorge che lui la ama silenziosamente, oppure se ne accorge e non le importa quasi nulla.
Il sapore dell'insieme è abbastanza autobiografico, e costituisce un buon esempio di cinema taiwanese, di tipo molto diverso dai prodotti che di solito raggiungono il nostro pubblico. Quegli erano gli anni, ad esempio, quando si stava imponendo Jackie Chan, con i suoi film tutta azione e umorismo, mentre era già passato il ciclone Bruce Lee. Questa pellicola, invece, è di tipo molto diverso, ed è interessante per vedere come il cinema di Taiwan non fosse solo costituito da arti marziali, acrobazie, urla, e gambe tese e alzate, ma anche da questo ritratto amarognolo di una gioventù spaesata, che non sa che pesci pigliare.
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