Regia di Rich Lee vedi scheda film
La tecnica dello screenlife poteva su carta aprire a riflessioni interessanti, ma qui si sguazza nella banalità narrativa e contenutistica, nell'assenza di tensione e di personaggi interessanti: in un cast non scarso ma poco convinto, spicca Ice Cube che invece pare convinto ma fa cagare. H.G. Wells si addormenta nella tomba.
War of the Worlds del 2025, adattamento in screenlife (ovvero con una narrazione fondata sulla registrazione di schermi, come accadeva in Unfriended) del Romanzo di H.G. Wells diretto da Rich Lee e con protagonista Ice Cube, ha una gestazione molto lunga: annunciato, senza titolo, nel 2020 come progetto della Universal, viene girato in 15 giorni ma la post-produzione dura 2 anni e nel frattempo alla distribuzione si aggiunge Amazon, che alla fine fa saltare la distribuzione in sala passando direttamente alla sua piattaforma streaming. Alla sua uscita, il film viene massacrato da critica (professionale, semi-professionale, amatoriale...) e pubblico.
Alla fine, pur aspettandomi una merda colossale, ho deciso di vedere anch'io questo prodotto e, infatti, è proprio una merda colossale. Lo screenlife ha sicuramente un suo fascino narrativo e potrebbe aprire a riflessioni interessanti sulla società contemporanea, ma se si cerca il corrispondente di questa tecnica narrativa del lavoro artistico (e politico) fatto da Romero (per fare un esempio) con Diary of the Dead, qui sicuramente non lo si trova. Infatti, anche se un discorso sociale sembra essere presente, esso viene affrontato con una banalità disarmante che apre a contraddizioni gargantuesche (si plaude il diritto alla privacy ma non si abbatte completamente l'idea di sorveglianza) rese ancor più acute dall'onnipresente auto-promozione della multinazionale Amazon e da un sentore di complottismo non troppo lontano, seppur nemmeno completamente dentro, a certe frange dell'estrema destra. Non è certo facile rendere avvincente un'invasione aliena mostrata dagli schermi di pc e cellulari, ma qui non ci avviciniamo nemmeno a una brezza di interesse, complice una sceneggiatura che pare partorita per un fan-movie e un cast non scarso ma poco ispirato, fatta eccezione per Ice Cube che invece pare ispirato ma che fa letteralmente pena sul piano attoriale, soprattutto se non viene diretto da un Maestro del Cinema come John Carpenter*.
Insomma, un lavoro decisamente orribile, che porta la distruzione del Capolavoro letterario di H.G. Wells, forse adattato con la giusta profondità soltanto da Orson Welles nel suo celeberrimo show radiofonico (che devo assolutamente recuperare), a un livello di bassezza inimmaginabile. Mi ha fatto, inoltre, rimpiangere Skypocalypse, operazione scritta, diretta e interpretata da nerd del cazzo di youtube (e sopravvalutati, direi) ma che almeno era sorretta da una passione genuina.
*non che in Ghosts of Mars sia un mostro di recitazione, però a mio avviso riesce ad avere un perché, probabilmente perché Carpenter sa come ottenere da un attore, anche se scarsissimo, un'interpretazione sufficientemente adatta a un determinato personaggio e/o sa scegliere i ciak migliori (e non si accontenta del primo take).
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