Trama
Ogni famiglia è infelice a modo suo, soprattutto quelle costrette a convivere nello stesso edificio di un borgo sperduto della Calabria. Al Cozzo, piccolo agglomerato di case su un colle, le tensioni esplodono quotidianamente. Luisa Magno, cinquantenne ribelle e sempre in guerra col mondo, alterna affetti e precarietà, ma vive ossessionata dal conflitto con la cognata Imma. Tra denunce, urla e rancori atavici, la rivalità cresce, mentre tre zie anziane assistono come un coro tragicomico, tentando invano di riportare la pace. Un ritratto feroce e ironico della famiglia come campo di battaglia.
«Il quieto vivere nasce da una storia vera, vissuta tra le mura della mia famiglia», aggiunge Matarrese. «In un borgo calabrese dove il rancore è quotidiano e il conflitto è sacro, racconto la guerra domestica tra due cognate, Luisa e Imma. Attraverso un linguaggio che fonde documentario, finzione e teatro, metto in scena un universo chiuso e iper-reale, dove ogni lite è una performance e ogni pranzo un campo di battaglia. Con ironia e crudeltà, esploro l’anticamera del crimine, quel momento sospeso in cui la tragedia del reale può ancora essere evitata, forse, grazie al cinema».
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