Regia di Alfonso Pineda Ulloa vedi scheda film
Il regista messicano Alfonso Pineda Ulloa ("Tales of Mexico"/"Demons Inside"), rilevò questa regia da Paul Schrader-so che può sembrare incredibile dato il risultato finale, ma egli stesso non si è tirato certo indietro da firmare filmacci negli ultimi anni-, ha la sventura di firmare alla fine e pure "ringraziare chi lo ha reso possibile" sui titoli di coda, uno dei più brutti e idiotamente violenti filmacci di serie B, degli ultimi anni. Terminato nel 2014 e uscito soltanto nel 2022 come fondo di magazzino, in epoca di carenza di titoli post- covid 1984, si affastella senza lasciare alcuna traccia di sè nello sterminato filone su redenzione vendetta, in modi così generici, forzati e stereotipati, sadicamente violenti senza nemmeno risparmiare agonie di bambini uccisi affogati, in tutto questo guazzabuglio quello che davvero è sorprendente, vistosamente si nota proprio nella scarsa qualità di scrittura da parte del fu grande Paul Schrader ("Taxi Driver"," Mishima").
Finge all'inizio di essere persino serioso e realistico, spargendo preoccupazioni sull'ingiustizia razziale nel sistema giudiziario, ma invece ignorando quasi completamente questi problemi dopo i primi 15', impegnandosi a fondo per offrire un film in cui le donne vengono massacrate di botte a catenate in faccia e chiodi da traversine martellati nelle mani trafitte, cosi gratuitamente, graficamente violento e scioccante, da sembrare una versione impazzita e completamente fuori registro, senile, del medesimo spunto di trama dello schraderiano ma ben diverso, "Hardcore".
Il criminale incallito e tatuato, killer del cartello Neto Niente, soprannominato -da cui il titolo italiano, in inglese(sic)"il Gesuita" (José María Yazpik che rilevò il ruolo dall'originale protagonista Oscar Isaac, attore messicano interessante reso noto da "Narcos" ma qui completamente sprecato), viene rilasciato dal braccio della morte in una prigione del sud del Texas, dopo 5 anni, quando un poliziotto ammette di aver falsificato le prove al suo processo per omicidio. Non siamo ancora sicuri che sia colpevole, ma siamo dannatamente sicuri che sia un duro guardando i flashback di lui prima di scontare la pena, e uscire mentre il cartello in rosso del titolo "There Are No Saints" appare in sovraimpressione.
Il "Gesuita", in libertà vigilata, insegue i gangster – guidati dal boss Vincent (Neal McDonough) – che hanno assassinato sua moglie (Paz Vega) dopo essersi lasciato con lei e poi ha pure rapito il suo figlio biologico (Keidrich Sellati) portandolo in Messico. "Il Gesuita" spera di catturare i rapitori prima che i poliziotti inseguitori possano catturarlo sospettato perfetto e principale di tutto quello che è successo fin qui. La sexy spogliarellista di un postribolo lupanare così ormai stereotipo messicano (Shannyn Sossamon), in cambio di soldi, lo conduce da Vincent e durante l'inseguimento scoppia pure una storia d'amore tra loro che è credibile come mostrare un uomo che cammina sul sole.
"E lo sai cosa fanno per divertimento, si dedicano a stuprare ragazzini fino alla morte. Tuo figlio è ormai andato, fottuto, con il latte in faccia e un cremino nel culo.''
Neil McDonough, ridendo legato e torturato, con tanto di ossa rotte a martellate e chiodi grossi come quelli della croce piantati nelle cosce, un attimo prima di essere finito con un colpo di pistola alla fronte, dal "Gesuita"
Alla fine, la storia finisce nella giungla messicana con Ron Perlman in un ruolo di sadico pazzoide alla Kurtz con esercito personale di mercenari killer pazzoidi e laidi più di lui, che si dedicano al commercio e alla tortura sessuale di ragazzini per "vendetta", non scherzo, e si conclude con una cupa nota di totale disperazione.
Le donne sono tutte massacrate e torturate, Il protagonista messicano è definito "un animale" da tutti. Il mondo è visto come "fottuto". La violenza sembra essere l'unica soluzione per migliorare la situazione. La tortura, sotto forma di unghie strappate, dita trinciate con la tronchesina, poi cauterizzate con una piccola fiamma ossidrica, qualsiasi dramma.
È un film disgustoso compiaciuto di esserlo ma senza raggiungere alcuna tensione nè vero interesse o enfasi, che solo non lascia certo spazio alcuno ai "santi".
È uscito come detto dopo essere rimasto sullo scaffale per quasi un decennio (e non è difficile capire il perché, vedendolo).
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