Trama
Un tragico errore travolge la vita di un uomo, lasciandolo solo di fronte al peso insostenibile della colpa. Il matrimonio si incrina, la prospettiva della prigione incombe, e resta la domanda più difficile: è possibile trovare la via del perdono? E soprattutto, l’amore può sopravvivere a ciò che nessun cuore sembra in grado di sopportare?
La regista sceglie un linguaggio immersivo e radicale: lunghi piani sequenza che non concedono pause né distanze, costringendo lo spettatore a vivere accanto al protagonista ogni momento della sua caduta e della sua ricerca di salvezza. Non si tratta di un racconto sulla tragedia in sé, ma sul lento processo che ne segue, sugli spazi intermedi in cui si è più vulnerabili, quando non si ha il controllo e ci si ritrova a essere pienamente se stessi.
Scrive la regista: «Per me, il linguaggio del film è importante tanto quanto la storia. Non riuscivo a immaginare di raccontarla con una struttura episodica convenzionale: sarebbe stato come sfogliare un album di foto di un funerale. Quello che ho cercato di ottenere era qualcosa d’immersivo, esperienziale, che trascinasse più in profondità dentro di noi. Durante le riprese, ho capito che questo non è un film su una tragedia. È una storia d’amore. Il tipo di amore che nasce quando si perde tutto».
Note
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