Regia di Andrea Frazzi, Antonio Frazzi vedi scheda film
Ritratto di un mondo tristemente reale, crudele, amaro. Infanzia che non è infanzia, con l'ansia di sopravvivere in un mondo dove bisogna dimostrare di essere uomini, con la forza, con un'arma, con lo scherno. Vale parecchio sotto il profilo "sociologico" la prima metà del film, mentre nella seconda parte le intenzioni "documentaristiche" si dissolvono nella linea dei fatti: un complicato meccanismo di flashback, piuttosto artefatto, rende tutto meno scorrevole, e piomba sul film una pesante aria di "dimostrazione morale", come se si volesse per forza arrivare a definire un inizio, uno svolgimento, e una fine. Tutta la parte di "Casa Letizia", a questo punto, diventa secondaria, anche se buona parte del film ruota attorno ai suoi personaggi, e rimane l'inizio, sublime, e la fine, inutilmente "noir". Ecco perchè il film è riuscito a metà: perchè mette tanta carne "pesante" sul fuoco, senza riuscire a riordinarla come si deve; ciò che funziona è il realismo dei volti in sè, la nuda realtà delle cose, mentre ciò che costruisce il film risulta pesantemente artificioso.
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