Regia di Shane Black vedi scheda film
Povero Parker (Wahlberg): ma perché non gli lasciano fare una rapina in santa pace? Sarà forse che - mentre scrivevano il copione - Shane Black, con Anthony Bagarozzi e Charles Mondry, ha tirato un po' troppo su col naso, fatto è che questa commedia nera survoltata ha la struttura di un racconto costruito a matrioska, nel quale contano soltanto inseguimenti e sparatorie (vi servirà il pallottoliere per contare i morti). Applausi, dunque, agli stuntmen e agli addetti agli effetti speciali, che si guadagnano la pagnotta in un film dove la fisica viene piegata come fosse di gomma. Sì, ma di che parla? Di un tizio, Parker appunto, temutissimo e dal grilletto facile, al quale nessuno deve dire dove camminare (parole sue). La regola vale tanto per un dittatore sudamericano quanto per la mafia newyorchese o per qualche plutarca sprovveduto. Tra una mossa Kansas City e una distrazione, si capisce che tutti vogliono mettere le mani su un tesoro in fondo al mare.
Black si gioca le stesse carte di The Nice Guys, mescolando humour nero e azione ipercinetica, e conferma che la sua idea di cinema resta quella del noir natalizio pieno di pallottole e battute, dove la morale è un optional e il politically correct un bersaglio mobile. La sceneggiatura corre come un treno, ma ogni tanto deraglia, troppo ansiosa di infilare due o tre film in uno, come se Black temesse che non gliene avrebbero concesso un altro. Eppure qualcosa rimane: il ritmo, il sangue che spruzza come coriandoli, e quel tono disincantato da hard-boiled d'altri tempi che rende il tutto, se non proprio riuscito, almeno godibile. Ci si diverte, se non si ha la pretesa di capire cosa si è visto - e in fondo è già un piccolo risultato.
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