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The Last Viking

Regia di Anders Thomas Jensen vedi scheda film

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La recensione su The Last Viking

di port cros
4 stelle

82ma MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2025) - FUORI CONCORSO

 

Il rapinatore Anker (Nikolaj Lie Kaas) esce dopo anni di prigione e rientra a casa dalla sorella Freja e dal fratello disabile mentale Manfred (Mads Mikkelsen), che pretende di essere chiamato John credendosi Lennon, rapisce compulsivamente i cani dei vicini e tenta ripetutamente il suicidio. Gli ex complici di Anker attendevano proprio la sua liberazione per mettere le mani sul bottino che aveva nascosto prima dell'arresto, la cui ubicazione è ormai nota solo a Manfred, per il quale la diagnosi psichiatrica è disturbo dissociativo dell'identità ed un sedicente terapeuta consiglia di assecondare le sue allucinazioni.

 

Il regista danese Anders Thomas Jensen fa un gran miscuglio pasticciato di generi, dalla commedia , al crime, al dramma familiare al racconto della disabilità, con un pizzico di pulp e di musica pop. E così passiamo di punto in bianco dai traumi infantili per un padre violento alla composizione di una band di picchiatelli che si credono i Beatles (uno addirittura due, alternativamente Paul o Ringo), anzi no, meglio gli Abba anche se non piacciono a tutti , ma sono svedesi come l'Ikea citata ripetutamente a sproposito. L'umorismo tipicamente nordico dello script risulta alla lunga stantio, mentre la parte crime, con il suo cattivo fumettistico super-violento, finisce per essere imbarazzante e non si inserisce organicamente nel resto della narrazione.

 

Mads Mikkelsen è sprecato a fare mossette e smorfie, con una sceneggiatura pedestre che gli impedisce di dare profondità al suo personaggio.

 

I vichinghi si vedono solo nell'animazione che apre e chiude il film, con l'assurda storiella del capo che tagliava braccia, mani e teste in nome dell'uguaglianza dei menomati.

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