La recensione su L'accident de piano

di alan smithee

7 stelle

CINEMA OLTRECONFINE

Un pianoforte sta appeso ad una fune.... Dondolando leggermente, sospeso nell'aria, fino a cadere improvvisamente. Non si può capire cosa ci faccia lì appeso, né perché poco dopo un'auto si appresta a trasportare una giovane donna con un braccio ingessato dallo stato d'animo piuttosto alterato e i movimenti nervosi.

Non lo, si può capire immediatamente, ma ci si riesce nel corso della folle vicenda che riporta in regia il prolifico, bizzarro, spesso irresistibile regista francese Quentin Dupieux.

Che ritrova la sua apprezzata Adèle Exarchopoulos, già irresistibile sia in Mandibules, 2020, (in cui interpretava un personaggio caratterialmente molto simile a quest'ultimo), sia in Fumer fait tousser (2022), nei panni di una seguitissima blogger dai modi bruschi e la parlata digrignante, leggermente deformata dall'apparecchio dentale che sopporta stoicamente, riuscita a diventare notissima grazie al fatto di avere, come caratteristica somatici presente dalla nascita, quella di non provare dolore in qualsiasi situazione.

Circostanza, quest'ultima, che permette alla ragazza di farsi riprendere sottoponendosi a situazioni di pericolo che la vedono protagonista di eventi in cui, anche se si fa male, non avverte il dolore.

Video che impazzano sui social e che l'hanno resa ricca e famosa, oltre che instabile, caratteriale e capricciosa, al punto da mettere seriamente alla prova la pazienza e perseveranza del manager che la sta accompagnando in un luogo segreto in montagna ovevtrivarvrifugio dopo le conseguenze della caduta del piano di cui sopra.

Quentin Dupieux si scaglia stavolta, senza rinunciare al suo stile di racconto sarcastico e sferzante, irriverente e scanzonato, contro il mondo, distorto e perverso, dei social, che inducono chi vi trova sostentamento o addirittura fortuna, alla ricerca di un consenso più unanime e corale possibile, arrivando a smarrire completamente il senso del limite e della ragione.

Sono alle irresistibili aberrazioni che segnano il percorso delirante della schizzata blogger, impegnata a giostrarsi tra un manager accomodante ma esaurito di farle da servo (Jérome Commandeur) , una giornalista free lance In vena di ri(s)catto (una fantastica Sandrine Kiberlain), e due grossolani followers (uno tra questi è Karim Leklou) che non si tirano indietro in alcuna bizzarra circostanza veda coinvolta la loro stramba eroina.

Come al solito il film non ambisce a denunciare formalmente derive sociali peraltro dilaganti, ma ne osserva le caratteristiche, estremizzandole per confutare la tossicità dilagante della vita sociale e sempre meno civile odierna.

Chiudi

Ti è stata utile questa recensione? Utile per

6 utenti.

chiudi

Per te? Sì