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P.P. Rider

Regia di Shinji Sômai vedi scheda film

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La recensione su P.P. Rider

di alan smithee
7 stelle

 

locandina

P.P. Rider (1983): locandina

MUBI

Guai a mettersi contro una banda di gangster.

Ma il rapimento di un amico, per quanto bullo, non giustifica il tirarsi indietro e lasciarlo alla sua sorte.

È così che tre adolescenti che si imbarcano in un viaggio dalle tonalità picaresche e scanzonate, che li lancia in una dimensione nuova, colma di avventure, lungo un cammino accidentato intrapreso senza troppo pensarci su, per salvare un loro compagno di classe rapito niente meno che dalla Yakuza. 

Tre adolescenti, due maschi e una ragazza che cela più che può ogni dettaglio femminile per fare il maschiaccio, si imbarcano entro una bizzarra, spesso sconclusionato ed assurda odissea metropolitana, affrontando durante il cammino sia le forze dell'ordine, sia i gangster: entrambi minacce che si inseriscono nella più ampia sfera di una età adulta a cui essi tendono, senza comprenderla appieno, ma desiderando crescere più in fretta di quanto è loro concesso.

scena

P.P. Rider (1983): scena

Shinji Somai, regista nipponico specializzato in film sulle tribolazioni tipiche dell'adolescenza, dirige con un pizzico di incontenibile follia, con guizzi di ripresa e balorde virate action, riprese aeree ed esplosioni di colori ed armi da fuoco, un film che aspira a divenire una sorta di inno al vitalismo e alla libertà tipica della intransigente e disincantata età dell'adolescenza.

Un periodo cdi passaggio, in cui il bambino è cresciuto, si crede adulto senzacesserlo, e vive questa efferfescenza di mutazione fisica e umorale con un desiderio irresistibile di sfidare l'impossibile, cacciandosi spesso nei guai.

scena

P.P. Rider (1983): scena

scena

P.P. Rider (1983): scena

Il film è una serie carambolesca di situazioni, eventi, scene action a volte apparentemente assurde, altre volte collegate e senza un vero senso compiuto.

Ne emergono situazioni ridicole, sovraeccitate, a volte con allusioni sessuali piuttosto evidenti, e situazioni al limite del sadomaso che dimostrano una certa sfrontatezza da parte del regista ad affrontare dinamiche piuttosto singolari nel rapporto tra adulti ed adolescenti.

Più che porsi troppe domande su una continuità narrativa che spesso latita, conviene lasciarsi prendere dall'impeto di riprese scavezza collo che in qualche modo colgono al meglio la irresistibile follia che anima i tre giovani durante la farraginoso missione che li occupa e li motiva più di ogni altro evento che li circonda.

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