Trama
Diretto da Anne Émond, il film Peak Everything (Amour Apocalypse) racconta la storia di Adam (Patrick Ivon), un uomo che gestisce un canile in un paesino sbiadito e fuori dal tempo. È gentile, sensibile, incline alla depressione e perseguitato da una costante eco-ansia. La sua vulnerabilità viene ignorata da un padre affettivamente distante e sfruttata da un giovane assistente un po’ opportunista. Per far fronte al buio interiore, Adam acquista una lampada solare terapeutica.
Ma è chiamando l’assistenza tecnica del fornitore che accade l’impensabile: dall'altra parte della linea c’è Tina (Piper Perabo), una donna dalla voce luminosa e avvolgente. Quella chiamata diventa un punto di svolta: la Terra trema, i cuori esplodono. È amore. O, come dice il film, “è una specie di fine del mondo che sa di inizio”.
Il film Peak Everything, presentato alla Quinzaine 2025, è una commedia tenera e stralunata che parla di fine e di rinascita, di crisi climatica e di solitudine affettiva, di psiche e sopravvivenza emotiva. Un film che danza sul confine tra dramma e farsa, tra distopia e tenerezza, in un mondo sporco, scottato dal sole e senza più illusioni.
Anne Émond, ispirandosi a una sua esperienza personale di depressione e spaesamento, crea un personaggio maschile fortemente empatico, afflitto ma non ridicolo, fragile ma non patetico. “Adam è un uomo troppo gentile, forse irreale, ma vero nella sua sofferenza”, spiega la regista. “Volevo inventare un protagonista maschile da donna regista. Ne abbiamo bisogno”.
L’eco-ansia, tema centrale del film Peak Everything, viene trattata con un umorismo disilluso, secco, mai lezioso: “Avevo bisogno di alleggerire il peso, ma non con battute carine. Con qualcosa di più assurdo, più disturbato”. Il risultato è un racconto che mescola apocalisse e romanticismo, tra psicanalisi, cani, paesaggi devastati e telefonate salvifiche.
Girato in Techniscope, il film Peak Everything ha una grana densa e rétro, una luce accecante e ambientazioni “dolcemente pre-apocalittiche”, come le definisce Émond. Le location (un patchwork di sobborghi del Québec, miniere d’amianto abbandonate e campi aridi) evocano un mondo a un passo dal collasso, dove il passato non è mai del tutto sparito e il futuro fa paura.
Le scenografie e i costumi fondono estetiche di epoche diverse, creando un’atmosfera sospesa nel tempo. Le ispirazioni visive? America oggi di Robert Altman e Red Rocket di Sean Baker.
“È un film piccolo, ma con ambizioni grandi: emozionare, divertire e far riflettere”, dice la regista. “Un film che non si prende troppo sul serio, ma che prende sul serio il nostro spaesamento”.
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