Trama
Presentato a Cannes 2025 nella sezione Un Certain Regard, il film Urchin racconta la storia di Mike che, nella Londra contemporanea, vive ai margini della società. Senza fissa dimora, cerca di sopravvivere tra lavoretti occasionali e piccoli furti, fino a quando viene arrestato e condannato al carcere. Una volta uscito, grazie al supporto dei servizi sociali, tenta faticosamente di rimettere insieme i pezzi della propria esistenza. Ma il percorso verso la rinascita è costellato di ostacoli, tra vecchie abitudini, traumi irrisolti e un mondo che non sempre tende la mano.
Con il film Urchin, Harris Dickinson, noto al grande pubblico per la sua interpretazione in Triangle of Sadness (Palma d’oro a Cannes 2022), firma il suo primo lungometraggio da regista. Il film Urchin nasce da un’esperienza personale: per diversi anni, Dickinson ha lavorato a stretto contatto con persone senzatetto e tossicodipendenti all’interno della sua comunità. Da questi incontri è maturata la volontà di raccontare una storia che desse voce e dignità a chi, spesso, rimane invisibile.
Sul set, Dickinson ha costruito un ambiente creativo e protetto, capace di far emergere il meglio da ogni interprete. La collaborazione con Frank Dillane, il protagonista del film nei panni di Mike, si è rivelata particolarmente intensa: l’attore, secondo il regista, si è completamente immerso nel ruolo con generosità e coraggio. Anche Megan Northam, pur presente per poco tempo sullo schermo, ha contribuito a dare profondità e autenticità alla narrazione.
Urchin è un film che affronta con delicatezza e realismo il tema dell’emarginazione sociale e della possibilità di riscatto. Al centro del racconto c’è il tentativo di rinascita di un uomo segnato dal passato, che cerca di ritrovare dignità e stabilità in un mondo che spesso ignora o respinge i più fragili.
Ma il film non si limita al dolore: accanto al dramma, Harris Dickinson inserisce momenti di leggerezza e umorismo, creando un equilibrio narrativo che riflette la complessità della vita reale. Attraverso uno sguardo umano e non giudicante, il regista invita lo spettatore a osservare con occhi nuovi chi vive per strada, a comprenderne le lotte quotidiane e, soprattutto, a coltivare l’empatia.
Scrivi un commento breve (max 350 battute)
Attenzione se vuoi puoi scrivere una recensione vera e propria.