Regia di Alessio Rigo de Righi, Matteo Zoppis vedi scheda film
Testa o croce? (2025): Nadia Tereszkiewicz
AL CINEMA / FESTIVAL DI CANNES 78 - UN CERTAIN REGARD
"Suora, puttana o sposa: per mia madre non c'erano altre scelte..."
Cowboys contro butteri: la sfida vien fuori quando un prezzolato maturo nobiluomo locale con al seguito la giovane moglie acquistata in un bordello, azzarda una scommessa. Assistendo ad uno show in stile circense a tematica western messo in scena da cui un eccentrico anchorman d'antan dalle fattezze di un leggendario oppositore dei pellerossa, non a caso conosciuto col nome di Buffalo Bill Cody, il nobile accetta l'offerta dello stravagante showman di far sfidare un vero cowboy con un buttero locale al soldo del primo.
Lo sprezzante signorotto ovviamente scommette per lo sfidante americano, raccomandandosi col suo uomo, ma a spuntarla è, contro ogni pronostico, il rivale locale, che viene altresì notato dalla ex prostituta e consorte.
Costei, reagendo all'ira del marito, doppiamente frustrato per la perdita dei soldi, e per il fatto di aver sorpreso la consorte in atteggiamenti per lui sconvenienti con il vaccaro, lo uccide a sangue freddo con un colpo di pistola.
Testa o croce? (2025): Nadia Tereszkiewicz, Alessandro Borghi
Ai due non resta che la fuga, che sarà rocambolesca, vorticosa, inseguiti come saranno dalle forze dell'ordine e dalla manovalanza del nobile defunto, mandati avanti dall'anziano padre di lui (un sanguigno Gianni Garko molto pertinente e ben ritrovato) ancora più arrogante e spietato del figlio, fervido sostenitore e finanziatore dei lavori di ampliamento della linea ferroviaria in corso in quelle zone del centro Italia. Attraverso una serie di concitati capitoli entusiasticamente evocati da un io narrante vagamente invadente, e nello specifico:
Capitolo uno: rapimento
Capitolo due: alla riscossa
Capitolo tre: una sorprendente scoperta Capitolo quattro: un lungo addio
il bizzarro western alternativo che riporta in regia la apprezzata coppia di giovani cineasti Matteo Zoppis e Alessio Rigo de Righi, ammirati in Il re granchio nel 2021 dopo la presentazione alla Quinzaine del Festival di Cannes, possiede ottime ragioni per intitolarsi Testa e Croce?
Testa o croce? (2025): Nadia Tereszkiewicz, Alessandro Borghi
Testa o croce? (2025): Alessandro Borghi
E non solo per il più intuibile riferimento alla classica sfida con moneta alla mano riproposta dal sornione imbonitore Buffalo Bill Cody (un divertito John C. Reilly molto a suo agio, anche in versione canterina).
La testa è, prima di tutto, quella dagli occhi cerulei, straripante di vita e sentimento, di Alessandro Borghi, vaccaro abile, ma tutt'altro che senza paura, che si ritrova assassino ed eroe molto suo malgrado, decollato per ragioni di taglia.
La croce invece se la prende la bella protagonista Rosa, interpretata da Nadia Terenzskiewicz, che dal bel viso fine assomiglia molto ad una giovane Carla Gravina e in un sogno/incubo si ritrova a partorire il mito, dando alla luce la testa dell'eroe direttamente dal suo ventre, in una scena pulp degna di un western moderno ispirato a Tarantino.
Testa o croce? (2025): Mirko Artuso, Nadia Tereszkiewicz
Il protagonista infatti, creduto erroneamente giustiziere che si batte per i poveri, viene portato su palmo di mano da un gruppo di rivoltosi in stile "no TAV d'antan" per il loro esser contrari alla costruzione della ferrovia, che "non porta libertà, ma catene". Rutilante, bizzarro, dispersivo nel suo farneticare simpatico, Testa o Croce? ostenta con dignità uno stile picaresco alla Monicelli, e si rivela un progetto più ambizioso che completamente riuscito, ma certamente godibile. Il secondo lungometraggio di Rigo de Righi/Zoppis azzarda e celebra l'epica di un rapimento tutto inventato, e di una storia che starebbe bene raccontata proprio per quello che non è stato, ma si è creduto potesse essere.
D'altro canto la storia spesso ha bisogno di eroi e miti, ed il buttero finito nei panni dell'eroe martire, si rivela presto per ciò che è realmente: un poveraccio con una certa abilità a stare in sella e poco altro.
Ma questo particolare è noto solo alla bella Rosa, e ciò è cosa giusta ed appropriata.
"Che il tuo viaggio sia sereno cowboy. È stato bello scappare con te!"
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