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Highest 2 Lowest

Regia di Spike Lee vedi scheda film

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Andreotti_Ciro

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La recensione su Highest 2 Lowest

di Andreotti_Ciro
5 stelle

Per questa sua ultima pellicola, passata direttamente sulla piattaforma Apple +, Spike Lee trae libera ispirazione da un classico del cinema nipponico degli anni ‘60, ci riferiamo ad Anatomia di un Rapimento (Tengoku to jigoku ; 1963) diretto da Akira Kurosawa a sua volta ispiratosi al romanzo di Ed McBain: King’s Ransom - in Italia: Due colpi in uno.

 

Lee offre a Danzel Washington il ruolo di David King, ovvero quello che potrebbe essere il suo canto del cigno lavorativo prima del suo (teorico) Buen Retiro. E Washington offre la sua ennesima prova fatta di fisicità e talento, divenendo per la quinta volta protagonista di una pellicola diretta dal regista originario di Atlanta, per il quale è progressivamente diventato attore di riferimento e feticcio, sia per quanto riguarda la propria carriera, sia per quanto riguarda la carriera del regista afro più celebre di sempre. In questa occasione interpretando il ruolo di un manager musicale proveniente da un mondo discografico che è ormai scomparso. Quello dei provini in sala incisione e dei potenziali artisti che inviano le cassette e i cd allo studio di uno dei migliori scopritori di talenti di sempre, capace di riconoscere sia doti canore, sia il titolo di una qualunque canzone grazie a pochi accordi.

 

Frattanto l’attualità di David King, si noti l’assonanza con il titolo del romanzo di McBain, da tutti definito senza troppa fantasia: “Il Re”, è quella di un uomo che desidera rimanere sulla breccia. Riacquistando la propria major prima che venga ceduta a un nuovo acquirente e per la quale è alla ricerca di fondi. E se all’inizio la sinossi parrebbe orientata verso il lato più lavorativo di un milionario del mondo della musica, d’improvviso lo scenario cambia drasticamente, causa la scomparsa di Trey, figlio di David, con conseguente estorsione e seguente dubbio morale: “rinunciare ai propri averi per pagare un riscatto che non si sa se darà l’esito sperato” fino a un colpo di scena che coinvolgerà Paul, amico di una vita da sempre alle dipendenze del manager, e interpretato dall’ottimo caratterista Jeffrey Wright.

Washington, come detto, ruba la scena e l’attenzione di chi guarda. In perenne bilico fra scatti d’ira, tentativi di mediazione, sia per ragioni lavorative, sia per trattare con i rapitori, e la pellicola giunge al termine riuscendo solo a metà dei propri intenti: sia per quanto verte il lato più investigativo, sia per quanto riguarda il dilemma morale.

 

Quindi rispetto a quest’ultimo sforzo di Lee, dal quale ci attendiamo lavori maggiormente introspettivi e originali, ci sentiamo di consigliare il recupero della pellicola originale di Kurosawa molto più giocata sul dilemma che avvolge, in quel caso, un mecenate del mondo calzaturiero.

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