Regia di Aldo Florio vedi scheda film
Siamo nel 1937, in Spagna fanno amicizia Michele e Luigi, due italiani mandati a combattere la guerra civile spagnola. Il primo sogna di emanciparsi dalla miseria, il secondo di tornare negli Stati Uniti dove ha lasciato la famiglia. Molto presto, però, le strade dei due si dividono per motivi ideologici.
Tutto prende piede dal racconto L’antimonio di Leonardo Sciascia; a trasformarlo in sceneggiatura ci pensano Fulvio Gicca Palli, Bruno Di Geronimo e Aldo Florio, che si occupa anche della regia della pellicola. Una vita venduta – titolo senz’altro più drammatico, ma anche più allettante presso il grande pubblico – è un film cupo e teso, essenzialmente basato sui dialoghi e sulle psicologie, nel quale l’azione, che pure a conti fatti non manca, si sviluppa spesso e volentieri in funzione dei personaggi, delle loro considerazioni (sulla vita, sulla morte, sulla guerra, sulla politica) e dei rivolgimenti dei loro stati d’animo. Ciò dimostrerebbe che il copione non si è emancipato più di tanto dalla pagina originale dello scrittore siciliano, rimanendole, sì, fedele, ma al prezzo di ridurre sensibilmente l’appeal delle immagini. Fortunatamente Florio può dirigere (e lo fa con la dovuta cura) un cast che vanta in primo piano Enrico Maria Salerno e Gerardo Amato, a cui si aggiungono tra i tanti Germano Longo, Rodolfo Bianchi, Rick Battaglia, Imma Piro, Marino Masé e Angela Goodwin. La colonna sonora è di Ennio Morricone – e si sente, anche se non è senza dubbio tra le sue migliori in assoluto: ma la qualità è sempre riconoscibile al primo ascolto. Cento minuti di durata. Florio ritornerà dietro la macchina da presa solamente 22 anni dopo, con Crimine contro crimine, del 1998. 4,5/10.
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