Regia di Kathryn Bigelow vedi scheda film
82ma MOSTRA INTERNAZIONALE D'ARTE CINEMATOGRAFICA DI VENEZIA (2025) – IN CONCORSO
Il lancio di un missile balistico da un punto imprecisato del Pacifico è intercettato della varie situation room dedicate alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Quello che sembrerebbe dapprima un normale test da parte probabilmente dei nordcoreani appare, con il passare dei minuti, una minaccia sempre più concreta al territorio americano, di provenienza non identificabile e che rischia concretamente di gettare in mondo nella catastrofe di una guerra nucleare.
Se il soggetto è qualcosa che già è stato affrontato più volte dal cinema, sia bellico sia di suspence sia catastrofista, si distingue il taglio con cui Katherine Bigelow e lo sceneggiatore Noah Oppenheim scielgono di raccontarcelo, con tre sezioni che ci mostrano ogni volta da capo il medesimo lasso temporale di meno di una ventina di minuti, dalla ricognizione del lancio missilistico all’attimo prima dell’impatto, per come viene vissuto da diversi attori, dagli analisti militari , di diplomazia e di gestione delle emergenze ai consiglieri della sicurezza nazionale, ai politici (interpretati tra gli altri da Jason Clarke, Rebecca Ferguson) fino al Presidente degli Stati Uniti (Idris Elba), ed optando saggiamente per un finale aperto, senza rivelarci se veramente una testata atomica distruggerà la città di Chicago.
La regista di The Hurt Locker e Zero Dark Thirty conferma la sua grande abilità a gestire la tensione ed il thriller : la corsa contro il tempo per stabilire come reagire all’impensabile ha momenti di vero cardiopalma, che non vengono compromessi da qualche perdonabile eccesso (come il suicidio del Segretario alla Difesa). Il montaggio serrato di Kirk Baxter ed il sonoro inquietante rendono concrete la minaccia e la paura. Soprattutto la figura del Presidente simil-Obama permette di affrontare il dilemma morale di una sicurezza basata sulla distruzione reciproca , dato che i vertici militari consigliano di lanciare attacchi globali preventivi atti a scongiurare nuove aggressioni che, ignorandosi da chi proviene l'attacco, dovrebbero colpire tutte le potenze avversarie. La regista cura i dettagli per non tralasciare neanche l’aspetto umano, con i protagonisti che mentre adempiono al loro dovere in stato di estrema tensione non possono non temere anche per la sorte propria e dei loro cari in un mondo che sembra precipitare verso l’abisso.
La Bigelow ha dichiarato di aver concepito questo film come un ammonimento , in un periodo storico in cui le potenze hanno abbandonato le politiche di riduzione degli arsenali atomici avviate alla fine della guerra fredda, per ricordarci che finché esisteranno questi arsenali è come se abitassimo in una casa dalle pareti imbottite di dinamite.
Voto: 7, 5 su 10
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