Regia di Wes Anderson vedi scheda film
Anni '50. L'aereoplano sul quale viaggia Anatole "Zsa-Zsa" Scorda, ricco imprenditore con interessi in diversi ambiti, non tutti legali, precipita a causa di un attentato durante il sorvolo della terra di Fenicia; Non è il primo, non sarà l'ultimo dei disastri aerei cui il magnate sopravvive; trovandosi in una regione più o meno "vergine", avvia in esso grandi investimenti finalizzati allo sviluppo del territorio ... e del suo patrimonio. Osteggiato da governi i quali non apprezzano il suo modo di condurre gli affari, i quali promettono di prosperare sullo sfruttamento di schiavi, chiama presso di sè l'unica figlia femmina, Liesl, novizia in convento, affinchè lo affianchi, in prospettiva di una successione. Liesl, diffidente nei confronti di un padre dalla fama controversa che non vede da anni, accetta, soprattutto al fine di scoprire la verità circa la morte della madre. Nel corso di un tour all'interno della Fenicia, volto a stimolare l'intervento di finanziatori, in grado di risollevare le sorti dell'economia locale, padre e figlia hanno occasione di conoscersi e rigenerare legami interrotti. West Anderson dirige una commedia d'azione imprimendole il suo inconfondibile stile ed ambientandola in una terra dalla collocazione incerta, non necessiaramente corrispondente a quella della Fenicia "storica". La nazione della quale il magnate Zsa-Zsa Scorda è sovrano si sviluppa su una terra in parte selvaggia, è divisa in zone le quali risentono dell'influenza di "satrapi" locali con i quali il ricco sovrano di fatto è costretto a venire a patti per potersi difendere, grazie ad un loro contributo economico, da una speculazione finanziaria ordita da nazioni sotto egemonia statunitense. il protagonista, prima di raggiungere uno per uno i suoi finanziatori, sparsi ai quattro angoli della Fenicia, convoca presso di sè la figlia, unica femmina tra tanti maschi, novizia suora, affinchè apprenda i rudimenti della gestione del potere. Zsa-Zsa, spinto dalla propria coscienza, la quale gli si presenta in forma di visione mistica, vorrebbe avviare un processo di conciliazione, dopo tanti anni di disinteresse per la sorte della figlia. Liesl non mostra ne' stima del genitore ne' un particolare interesse per le prospettive di miglioramento della propria condizione; vuol chiarire le circostanze della morte della madre, un evento avvolto nel mistero, nel quale potrebbe essere implicato il padre. Zsa-Zsa riferisce che la responsabilità è di un parente, lo "zio Nubar", il quale avrebbe commesso l'omicidio per una vicenda di infedeltà; la realtà è più complessa. Nubar è l'ultimo dei maggiorenti da visitare; in attesa dell'incontro, alquanto ... infuocato, i due attraversano la Fenicia, accompagnati da Bjorn, un segretario-precettore di origini scandinave che si rivelerà ben altro. Zsa-Zsa contratta in maniera spregiudicata con i suoi interlocutori, anch'essi faccendieri e traffichini, rischiando più volte la vita e rimanendo coinvolto in vicende rocambolesche; non perde mai di vista, tuttavia, il suo progetto originario. Dialoghi sempre più fitti attestanto il lento progredire dei rapporti con Liesl, via via meno attratta dalle prospettive di una vita monacale, anche in virtù di una infatuazione per Bjorn. Sono illuminanti ulteriori visioni, le quali svelano mali profondi nel passato della famiglia di Zsa-Zsa, il quale, compreso di aver anteposto alla cura di rapporti sereni, avidità e brama di potere, cambia regime; non rinuncia alle ambizioni, ma si "apre" alla figlia ritrovata, la quale, a sua volta non si lascia sfuggire l'occasione, abbandonando il convento in favore della famiglia. Wes Anderson può contare su un cast ricco di nomi noti. Benicio Del Toro è l'istrionico protagonista; Mia Threapleton, la sua "spinosa" figlia; Michael Cera, il controverso Bjorn. Appaiono in ruoli minori Tom Hanks, Charlotte Gainsbourg, Bill Murray, Willem Dafoe, Scarlett Johansson. Lo stupidamente rissoso Nubar è interpretato da Benedict Cumberbatch. Il ritmo è sostenuto soprattutto dai dialoghi, curati in ogni minimo dettaglio; particolare interesse destano i continui botta e risposta tra padre e figlia. Lo stile di Wes Anderson è inconfondibile; gli attori recitano su sfondi dai colori vivaci e le tonalità pastello; la loro immobilità evoca quinte di un palcoscenico teatrale e ne esalta la valenza simbolica. Gli elementi visibili, spesso coordinati in simmetrie, collocano la narrazione in luoghi e tempi sfumati; vaghi sono i riferimenti a un contesto storico, tuttavia riconoscibile. Metà del XX Secolo, una nazione sulla via della modernità, tuttavia imbrigliata in schermi ancestrali di rapporto suddito-potere, con relative sofferenze; l'ingerenza ostile di nazioni estranee; una lenta composizione delle fratture e dei dissidi. La "Fenicia" trova infine la sua strada, così come Zsa-Zsa ed il suo entourage. La narrazione è complessa; i rapporti interpersonali non sono solo mostrati, ma anche descritti ed è facile che qualche dettaglio sfugga. Al tempo stesso ho trovato l'opera un po' carente - rispetto ad altre dello stesso autore - di contenuti. La tematica "privata" - rapporti interni alla famiglia - prevale su quella "pubblica" - quanto avviene in famiglia condiziona il futuro della nazione. L'epilogo non sorprende. Quest'opera piacerà senz'altro a chi apprezza lo stile del regista statunitense; l'estetica con poca sostanza, tuttavia, può essere intesa manierismo.
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