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Il sentiero azzurro

Regia di Gabriel Mascaro vedi scheda film

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La recensione su Il sentiero azzurro

di michemar
6 stelle

Un viaggio fantascientifico ai limiti del fantasy che il regista Gabriele Mascaro disegna con uno stile visivo da favola ribelle, è un viaggio di liberazione, è un volo simbolico per le libertà che ci paiono sempre più ridotte nella società moderna. Denise Weinberg, brasiliana di Rio, è bravissima, tiene tutto il film con l'obiettivo addosso. 6,5

Tereza (Denise Weinberg) è anziana, ha 77 anni, ma lavora ancora perché si sente bene e non vuole atteggiarsi a vecchia. Vive da sempre in una piccola città industrializzata ai margini dell’Amazzonia e lavora in una impresa, che ricava la pregiata pelle dei piccoli coccodrilli, come donna di pulizia, assieme all’amica di sempre Esmeraldina (Rosa Malagueta). Ma un giorno, rientrando dal lavoro, trova un operaio che gli sta montando intorno alla porta di casa un alloro gigante dorato perché lo Stato premia sempre gli anziani che servono fedelmente la società ed una donna le porta, come riconoscimento, una medaglia. Però prima le fa delle domande imbarazzanti: se si sente bene, se è autonoma, se sa pulirsi da sola, se utilizza mezzi per deambulare… lasciandola non solo basita ma anche indispettita. È di carattere burbero, poco affabile, che non concede confidenze ad alcuno, figuriamoci se risponde volentieri a domande così private e intime. Il suo sguardo è sufficiente per respingere e allontanare chi non gradisce, come quella impiegata o chi le sta sulle scatole. Cioè, tutti, fatta solo qualche rara eccezione.

 

Rodrigo Santoro, Denise Weinberg

Il sentiero azzurro (2025): Rodrigo Santoro, Denise Weinberg

 

Può parere straniante questo inizio e difatti le cose non stanno molto a posto: si vive, seppure in modo ovattato e non ben mascherato, in una situazione molto scomoda, uno ambiente distopico in cui lo Stato decide cosa e come fare per molti cittadini, con una polizia invadente che controlla sempre i documenti e la legge impone a quasi tutti i commercianti di chiedere un documento di identità per essere autorizzato a vendere la merce. Il motivo è presto dimostrato: il governo ritiene che le persone giunte ad una certa età debbano essere portate in una sorta di casa di riposo che chiamano amabilmente Colonia. Vengono cioè tolte di mezzo dalla società civile e appartate. Tereza manco ci pensa a quel tipo di vita che la farebbe sentire davvero vecchia. A vedersi, la salute la sostiene bene ed è quasi perfino piacente, nonostante tutto.

 

Solo dopo qualche giorno, infatti, prima viene licenziata in tronco per via dell’età e poi riceve l’ordine ufficiale del governo di trasferirsi nella maledetta colonia di alloggi per anziani. È un’area isolata dove vengono portati a “godere” dei loro ultimi anni, liberando le giovani generazioni per farli concentrare completamente sulla produttività e sulla crescita. Difatti, dicono che gli scopi da perseguire devono essere l’efficienza produttiva e la prosperità, che, secondo loro, si raggiungono anche ripulendo la società dai vecchi. Vuoti a non rendere, al contrario del film di Jan Sv?rák. Tereza, come prevedibile, rigetta l’idea di accettare il destino imposto ma intanto viene legalmente affidata alla responsabilità della figlia Joana (Clarissa Pinheiro), come se fosse minorata mentalmente o fisicamente. Lei, che invece è una donna autonoma e indipendente, soprattutto di temperamento! Non era però mai riuscita a realizzare l’eterno sogno di volare in aereo: all’agenzia di viaggi a cui si rivolge a questo punto, dopo aver cavato da un barattolo tutti i suoi notevoli risparmi di una vita, scopre che il suo documento d’identità non è sufficiente per acquistare un biglietto aereo perché è necessario il permesso di chi la tiene in affido, cioè la figlia.

 

Denise Weinberg, Rodrigo Santoro

Il sentiero azzurro (2025): Denise Weinberg, Rodrigo Santoro

 

A questo punto capisce che l’unica via d’uscita è una vera e propria fuga, un’evasione da questa società invasata e fascista (su un muro si legge la protesta: Ridatemi mio nonno!). Intraprende così un viaggio trasformativo attraverso i fiumi e gli affluenti del Rio delle Amazzoni per esaudire un ultimo desiderio prima che si consegni alle autorità: una decisione che cambierà il suo destino per sempre, come una giovane ribelle senza paura, senza limiti, con la voglia di libertà di agire e godere per davvero l’età che incalza. Riesce a trovare un battellino condotto da un tizio che sicuramente è ai limiti della legalità, gli offre una bella sommetta e finalmente parte senza più dare notizia di sé alle amiche e alla figlia. Addio, lungo l’immenso coso fluviale che attraversa, con sinuose curve, il cuore della verdeggiante e lussuriosa Amazzonia. Il marinaio si chiama Cadu (Rodrigo Santoro), uomo marchiato dal sole che conosce i segreti del fiume e dei traffici illeciti che vi si svolgono, che comprende cosa significano i segnali dei fuochi d’artificio che i narcotrafficanti sparano per segnalare la presenza o meno della polizia del sentiero azzurro.

 

scena

Il sentiero azzurro (2025): scena

scena

Il sentiero azzurro (2025): scena

Il film, politicamente orientato, è ambientato in un futuro prossimo, in una società in cui gli anziani sono invitati ad esiliarsi una volta superata quella che si potrebbe definire cinicamente la data di scadenza. La svolta a cui va incontro Tereza è a livello di incoscienza e spirito d’avventura indomito, ma cosciente, consapevole, concesso anche dal suo stato di salute che le permette di muoversi, con la dovuta cautela, anche nelle zone non facili della foresta. Ma non molla mai, con grande spirito di iniziativa e intraprendenza. Gli incontri più importanti li fa prima con il conduttore del battello: Cadu è un avventuriero border line che le insegna come sopravvivere in quella difficile regione, umida e pericolosa, parlandone perfino della lumaca magica che rilascia un humus che, instillato negli occhi a mo’ di collirio, riesce a far vedere il futuro. Poi incappa in Ludemir (Adanilo), un uomo che potrebbe farla volare su un ultraleggero che non riesce, però, a riparare, nonostante i tanti soldi che gli dà e che lui sperpera nelle scommesse. Ma l’avventura più bella e stravagante la vive con una falsa suora, Roberta (Miriam Socarrás) che, a bordo di un battello ancora più grande battezzato Caridad, vende una specie di tablet su cui è memorizzata la Bibbia, che questa vende abusivamente e caramente alla povera gente della costa del Rio. Insieme, faranno faville: due vecchiacce in gran spolvero in un botto di gioventù ritardata che si concedono persino una giornata di massaggi, spa, bicchieri di alcol e gocce di lumaca magica.

Un sogno? Quasi, tanto che, una volta scesa a rica, viene identificata.

 

Denise Weinberg

Il sentiero azzurro (2025): Denise Weinberg

 

Come si percepisce, tra i colori brasileiri e la vivacità spenta di un Brasile irriconoscibile, si tratta, prima di tutto, di un film sul diritto di sognare, specialmente a riguardo di una donna non più giovane che cercherà, a modo suo, di trovare la libertà in un mondo che cerca di isolare socialmente gli anziani, catalogandoli con lo zaino verde uguale per tutti, come in collegio. Ma allo stesso tempo, è un viaggio fantascientifico ai limiti del fantasy che il regista Gabriele Mascaro disegna con uno stile visivo da favola ribelle, è un viaggio di liberazione, è un volo simbolico per le libertà che ci paiono sempre più ridotte nella società moderna, che sta girando nel mondo intero verso la destra politica. Non è il consueto racconto distopico di oppressione, è più un mantello di controllo che si adagia sulla popolazione che non reagisce, che si normalizza, e vedere che una donna anziana di 77 anni reagisce da sola, mentre la figlia e le altre non azzardano ad una mossa contraria al regime, la fa diventare un’eroina.

 

Denise Weinberg

Il sentiero azzurro (2025): Denise Weinberg

 

Gabriel Mascaro, di cui non conosco nulla, ma in patria è molto noto, mi dà l’impressione di conoscere bene le argomentazioni a sostegno del contenuto del suo film e dirige la macchina da presa e gli attori con sapienza, indugiando ad arte sui particolari che più gli interessa mostrarci. Denise Weinberg, brasiliana di Rio, è di una bravura eccezionale, tenendo il film interamente con l’obiettivo addosso, facendoci sorridere più di una volta, specialmente nelle prime sequenze, dove può sciorinare il suo repertorio sprezzante e ironico verso i vari interlocutori. La mimica facciale è di certo una delle sue armi migliori: basta un’occhiata e fa intuire le sue intenzioni.

 

Denise Weinberg

Il sentiero azzurro (2025): Denise Weinberg

Denise Weinberg

Il sentiero azzurro (2025): Denise Weinberg

 

Purtroppo, il ritmo è quello che è e d’altronde non è un film d’azione, piuttosto di movimento ma dal passo lento, appunto quello fluviale, dove si possono ammirare sia le bellezze naturali (soprattutto con le riprese dall’alto) che la vita quotidiana di persone che paiono vivere ai confini del mondo, in un universo tutto loro.

Buon film ma di non facile presa.

 

Voto 6,5

 

 

 

Riconoscimenti

Berlino 2025:

Gran Premio della Giuria (Orso d’Argento)

Premio della Giuria Ecumenica

Premio dei lettori del quotidiano Berliner Morgenpost

 

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